John Bercow ha annunciato l'intenzione di rinunciare all'incarico in caso di elezioni anticipate o, comunque, entro la scadenza del 31 ottobre. Il portavoce di Downing Street ha dichiarato che Westminster sospenderà i suoi lavori da oggi fino al 14 ottobre
Nel giorno in cui il Parlamento britannico sospende i suoi lavori per volere del premier Boris Johnson, lo speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, ha annunciato l'intenzione di rinunciare all'incarico in caso di elezioni anticipate e di dimettersi al più tardi dopo la scadenza della Brexit, prevista per il 31 ottobre. In un discorso all'aula Bercow - che viene dai ranghi del Partito Conservatore ma ha assunto un ruolo da battitore libero nella gestione del dibattito sulla Brexit, diventando popolare per il suo look stravagante e i suoi interventi originali - ha denunciato come “distruttiva” la linea seguita dal governo di Boris Johnson sulla sospensione del Parlamento.
Discorso applaudito dall’opposizione laburista
Lo statement di Bercow - divenuto ormai notissimo in questi mesi per i suoi coloriti e perentori richiami al suono di "order, ordeeeer!" - ha avuto toni polemici e momenti molto emotivi, con lo stesso speaker sull'orlo delle lacrime quando si è rivolto alla moglie Sally e ai familiari presenti in galleria. Ed è stato accompagnato dalle ovazioni in piedi delle opposizioni, in contrasto con i volti scuri dei rappresentanti del governo Johnson. Bercow ha ricordato i suoi 10 anni da speaker come "l'onore più grande". Ha poi difeso il ruolo del Parlamento: "I parlamentari non sono delegati, ma rappresentanti del popolo. Degradare il Parlamento è un un pericolo", ha ammonito. Il leader laburista, Jeremy Corbyn, gli ha quindi reso omaggio definendolo "uno speaker superbo" e ringraziandolo per aver reso "il Parlamento più forte". Un tributo è arrivato anche dal ministro Michael Gove.
Stop al Parlamento da oggi per 5 settimane
Il Parlamento britannico sospenderà i suoi lavori fino al 14 ottobre. Lo ha formalizzato il portavoce di Downing Street, confermando che il premier Boris Johnson non intende chiedere un rinvio della Brexit a Bruxelles malgrado l'approvazione della cosiddetta legge anti-no deal e che il Regno uscirà dall'Ue il 31 ottobre, ma anche che un nuovo accordo è ancora possibile e che l'ultimo momento utile per sancirlo sarà il Consiglio Europeo del 17-18 ottobre.
Legge anti no-deal in vigore
La legge anti-no deal, promossa dal fronte contrario alla linea di Boris Johnson, ha intanto completato oggi il suo iter con la formalità della firma della Regina, il cosiddetto Royal Assent, dopo l'approvazione parlamentare dei giorni scorsi. Lo ha reso noto la Camera dei Lord. Il testo, che mira a imporre al primo ministro la richiesta di un rinvio dell'uscita del Regno Unito dall'Ue oltre il 31 ottobre in caso di mancato accordo con Bruxelles, è da ora in vigore.