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Rapimento Silvia Romano: era viva il giorno di Natale, poi ceduta ad altri sequestratori

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È quanto emerge dal vertice tra le autorità italiane e quelle kenyote sulla cooperante rapita lo scorso 20 novembre. La conferma è arrivata da due uomini arrestati perché ritenuti esecutori materiali del sequestro. Missione dei Ros a Nairobi per proseguire le indagini

Silvia Romano (CHI È), la cooperante rapita in Kenya il 20 novembre scorso, era certamente viva fino al giorno di Natale, poi è stata ceduta a un'altra banda di sequestratori. È quanto emerge al termine del vertice avvenuto a Roma tra le autorità giudiziarie italiane e kenyote. La conferma dell'esistenza in vita della giovane milanese fino al 25 dicembre 2018 viene dalle dichiarazioni fatte da due cittadini kenyoti arrestati il 26 dicembre in quanto ritenuti gli esecutori materiali del sequestro. Al vertice hanno preso parte il procuratore generale del Kenya, Noordin Mohamed Haji e il pm titolare del procedimento aperto a Roma, Sergio Colaiocco.

I Ros in missione in Kenya

I carabinieri del Ros si recheranno in Kenya nelle prossime settimane per proseguire la collaborazione investigativa e acquisire ulteriore materiale probatorio nell'ambito dell'indagine sul sequestro.

Tre persone arrestate, altre cinque ricercate

Nell’incontro sono state ricostruite le fasi del sequestro avvenuto nella contea di Kilifi da parte di un gruppo armato di otto persone che ha fatto irruzione nell’ufficio dove Silvia Romano lavora, portandola via senza cellulare e passaporto su una moto verso una boscaglia nei pressi del fiume Tana. L'azione sarebbe riconducibile a criminali locali che per l'operazione avevano acquistato fucili e granate e avevano seguito la giovane nei giorni precedenti al blitz. Degli otto, cinque sono attualmente ricercati mentre i due arrestati il giorno di Santo Stefano per il sequestro saranno processati davanti al carcere di Nairobi il 29 e 30 luglio. Un terzo soggetto finito in manette, un cittadino somalo di 35 anni, trovato in possesso di una delle armi in quel villaggio, ha ammesso le sue responsabilità.

La rogatoria

La Procura di Roma aveva trasmesso una rogatoria internazionale alla fine di marzo per cercare di stabilire una collaborazione con gli inquirenti locali, dopo settimane senza notizie su Silvia Romano. Le ultime novità risalivano infatti proprio al periodo natalizio, quando la polizia locale aveva assicurato che la ragazza era “viva e ancora in Kenya”, escludendo che sia stata portata nella vicina Somalia.

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