A riferirlo è stato il portavoce dell’Agenzia iraniana per l'energia atomica. Rohani: "L'Ue ha poco tempo prima che crolli l'intesa". L’annuncio arriva dopo gli attacchi alle petroliere nel golfo dell’Oman per i quali, secondo gli Usa, Teheran è responsabile
L’Iran tra 10 giorni supererà il limite delle riserve di uranio a basso arricchimento consentiti dall'accordo sul nucleare del 2015. A riferirlo è stato il portavoce dell’Agenzia iraniana per l'energia atomica, Behrouz Kamalvandi, durante una visita di giornalisti locali al reattore ad acqua pesante di Arak, mostrata in diretta dalla tv di Stato. Il presidente iraniano Rohani, durante l'incontro a Teheran con il nuovo ambasciatore francese, ha poi avvertito: "L'Ue ha un tempo limitato per adempiere ai suoi obblighi nel quadro dell'accordo sul nucleare, ed è meglio che si assuma le sue responsabilità nel poco tempo rimanente, altrimenti l'intesa crollerà". L’annuncio suona come una provocazione a pochi giorni dagli attacchi alle petroliere nel golfo dell'Oman, con gli Stati Uniti che considerano Teheran responsabile degli incidenti.
Rohani: "Situazione critica"
Lo stesso Rohani ha poi aggiunto: "La situazione attuale è molto critica e la Francia e gli altri firmatari dell'accordo hanno possibilità molto limitate di svolgere un ruolo storico nel salvare l'accordo. Imporre sanzioni su beni come le medicine e il cibo è disumano e mostra che la guerra economica degli Usa è contro ogni singolo iraniano". Secondo il presidente iraniano, il fallimento del patto sul nucleare del 2015 rappresenta un danno non solo per l'Iran e per la Francia, ma per tutta la regione e il mondo. L'ambasciatore di Parigi comunque ha riconosciuto che finora "l'Iran ha adempiuto a tutti i suoi obblighi nell'ambito dell'accordo" e assicurato che "la Francia non risparmia alcuno sforzo per proteggere l'intesa, che è sostenuta dalla comunità internazionale".
Londra pronta a "tutte le opzioni"
Intanto, la Gran Bretagna si è detta pronta a esaminare "tutte le opzioni" se l'Iran abbandonerà gli impegni previsti dall'accordo sul nucleare. Un portavoce della premier uscente Theresa May, ha spiegato: "Siamo stati chiari nell'esprimere le nostre preoccupazioni. Se l'Iran dovesse cessare di rispettare i suoi impegni, dovremmo valutare tutte le opzioni disponibili".
L’ultimatum di Rohani dello scorso maggio
Lo scorso 8 maggio, il presidente iraniano Hassan Rohani aveva lanciato un ultimatum ai restanti partner del gruppo “5+1” dell’intesa del 2015 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania), nel primo anniversario del ritiro degli americani dall’intesa. Teheran aveva già riferito di aver quadruplicato la sua produzione di uranio a basso arricchimento (non oltre il 3,67%) utilizzato come combustibile per i reattori nucleari. Un aumento delle riserve di uranio e acqua pesante era stato certificato anche dall'ultimo rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) di fine maggio, che però confermava la loro permanenza entro le soglie fissate dal Piano d'azione globale congiunto (Jcpoa), cioè 202,8 kg di uranio e 130 tonnellate di acqua pesante. Secondo il portavoce dell'Agenzia iraniana, l'accrescimento delle riserve di uranio corrisponderà ai "bisogni della nazione”.
Iran: "Ci serve uranio arricchito fino al 20% per ricerca"
Il portavoce dell’Agenzia iraniana per l’energia atomica ha aggiunto che l'Iran ha bisogno di uranio arricchito al 5% per la sua centrale nucleare di Bushehr, porto nel Sud del Paese sul Golfo Persico, e fino al 20% per un reattore a Teheran a scopi di ricerca scientifica. Secondo le prescrizioni dell'accordo sul nucleare del 2015, Teheran può produrre solo uranio a basso arricchimento, cioè entro il limite del 3,67%, e le sue riserve non devono superare la soglia di 202,8 chilogrammi. Finora questi limiti e gli altri obblighi del Piano Jcpoa erano stati rispettati dall'Iran.