Elezioni Danimarca, vincono i socialdemocratici: sconfitto il premier Rasmussen

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Mette Frederiksen (Getty Images)

Frederiksen, leader dei socialdem, ha definito il voto “le prime elezioni climatiche nella storia del Paese”. In mattinata il governo uscente si dimetterà. A perdere consensi soprattutto i partiti alleati dei conservatori

In Danimarca gli elettori hanno scelto una nuova direzione e un nuovo governo. Lo ha detto la leader dei socialdemocratici danesi, Mette Frederiksen, dopo la vittoria alle elezioni parlamentari, definendole "le prime elezioni climatiche nella storia della Danimarca". Il premier attuale, il conservatore Lars Loekke Rasmussen, ha riconosciuto la sconfitta e annunciato che il suo governo si dimetterà stamattina.

Perdono voti gli alleati di Rasmussen

La sconfitta di Rasmussen è risultata chiara ieri sera, con il 98% dei voti scrutinati. I socialdemocratici di Frederiksen si confermano primo partito con il 26%, pur perdendo lo 0,3% rispetto alle elezioni del 2015. Ma, al contrario di quattro anni fa, questa volta potranno contare sul sostegno di altre forze di sinistra in crescita per raggiungere la maggioranza di 90 seggi su 179. Guadagna voti invece il Partito liberale del premier uscente Rasmussen, che arriva al 23,4% (+3,9% rispetto al 2015), ma non gli alleati del blocco conservatore. In particolare, il partito dell'Alleanza liberale ottiene il 2,3%, con il leader e attuale ministro degli Esteri Anders Samuelsen che non entrerà nel nuovo parlamento. I populisti xenofobi del Partito del popolo danese infine precipitano dal 21,1% all'8,8 (e da 37 a 16 seggi). Entra invece con 4 seggi in parlamento la Nuova Destra, fondata dall'architetto Pernille Vermund.

Chi è Mette Frederiksen

La vincitrice delle elezioni è però la leader del partito socialdemocratico, Mette Frederiksen. A 41 anni si avvia ad essere la più giovane premier della storia danese, oltre che la seconda donna ad assumere questa carica, dopo Helle Thorning-Schmidt. Entrata nel partito a 15 anni e in Parlamento a 26, è stata ministro del Lavoro e della Giustizia. Sotto la sua guida i socialdemocratici hanno virato più a sinistra in tema di economia e di Stato sociale (“basta austerity” è uno dei suoi cavalli di battaglia), ma più a destra per quanto riguarda l’immigrazione. Frederiksen ha infatti accolto tutte le istanze presentate dal Partito popolare danese: dal bando del burqa in pubblico alla riduzione del diritto d’asilo, dai rimpatri alla confisca dei beni dei migranti per contribuire al loro mantenimento, oltre che la proposta di istituire un “limite per l’immigrazione non occidentale”.

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