Il partito di Theresa May crolla all’8,8% e al quinto posto tra i partiti nazionali. Secondo i commentatori si tratta del peggior risultato in 200 anni di storia. La Brexit e le difficoltà incontrate dall’ex leader al centro delle cause
Con meno del 9% dei voti ottenuti, alle elezioni europee (TUTTI I RISULTATI) il partito conservatore britannico registra il peggior risultato alle urne in quasi 200 anni. Secondo diversi media, infatti, l'8,8% ottenuto dai Tory è il risultato più basso dal 1832. Una percentuale che corrisponde a solamente tre deputati eletti all’europarlamento tra le fila dei conservatori.
La sconfitta peggiore
Se, come scrivono diversi giornali, il numero dei deputati salirà a quattro dopo lo spoglio dei voti in Scozia, resta un crollo innegabile: 15 seggi in meno rispetto alle elezioni del 2014. A livello nazionale, i Tory sono risultati il quinto partito, dietro al vittorioso Brexit Party di Nigel Farage, ai democratici liberali, al Labour e ai Verdi. Diversi commentatori hanno associato questa sconfitta a quella subita dal partito nel 1832, quando, nelle elezioni generali, i Tory ottennero solo 175 seggi rispetto ai 441 dei Whig. In percentuale, però, le europee del 2019 risulteranno anche peggiori rispetto a 200 anni fa.
Il nodo Brexit
Le ragioni della disfatta sono imputate principalmente alle difficoltà che i Tory e la loro (quasi) ex leader Theresa May hanno dimostrato nel gestire la questione Brexit. Dopo tre anni dal voto, infatti, il Paese ha chiesto di vedere realizzato l’obiettivo di uscire dall’Unione Europea. Un obiettivo risultato complesso da realizzare al punto che la premier May, dopo mesi di trattative e bloccata nel fuoco incrociato di colleghi e avversari, ha dovuto annunciare le dimissioni. Sarà il suo successore a dover trovare una soluzione, facendo anche i conti con una sconfitta senza precedenti del suo partito.