Brexit, May: "Mi dimetto il 7 giugno. Ho fatto il possibile per trovare un accordo"

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L'annuncio in lacrime: "Ho servito il Paese che amo". Alla premier succederà il nuovo leader dei Tories, che sarà eletto entro la fine di luglio. L'Ue: "Merita rispetto, ma la nostra posizione non cambia". Corbyn: "Ora elezioni immediate nel Regno Unito"

La premier britannica Theresa May ha annunciato che si dimetterà il prossimo 7 giugno. "Ho fatto il possibile per trovare un accordo per la Brexit e rimpiango di non esserci riuscita" (L'ANNUNCIO IN LACRIME - FOTO). Immediata la reazione di Jeremy Corbyn, leader del partito laburista che ha chiesto "immediate elezioni politiche" nel Regno Unito. Ma secondo quanto annunciato dal partito conservatore e i vertici del Comitato 1922, organo esecutivo del gruppo parlamentare, la Gran Bretagna avrà un nuovo premier entro la data del recesso estivo del Parlamento, fissata secondo il calendario di Westminster per il 24 luglio. Il successore di May eletto come leader Tory a seguire sarà primo ministro. Sul fronte Brexit, dall'Ue fanno sapere che Bruxelles resta disponibile al dialogo col prossimo premier, ma "la posizione non cambia" e l'accordo di recesso non può essere rinegoziato. Lo ha detto la portavoce della Commissione europea Mina Andreeva, spiegando che il presidente Jean Claude Juncker continuerà a restare in contatto con May ritenuta da Juncker "una donna di molto coraggio, meritevole di grande rispetto" (THERESA MAY, LA FOTOSTORIA).

L'annuncio in lacrime: "Ho servito il Paese che amo"

La premier ha concluso in lacrime il discorso in cui ha annunciato il suo addio a Downing Street: "Ho servito il Paese che amo", ha detto prima di girarsi e di rientrare attraverso il portoncino al numero 10. "Ho fatto del mio meglio, purtroppo non sono riuscita a far passare" la ratifica della Brexit, malgrado ci abbia "provato tre volte". La premier dimissionaria ha invitato chi le succederà alla guida dei Tories e del governo a portare a termine l'uscita dall'Ue, quindi ha rivendicato quindi la politica di "un partito conservatore patriottico", che nella sua visione deve continuare a mirare a "unire la nazione" e a ridurre anche le ingiustizie sociali, predicando "sicurezza, libertà e opportunità".

"Ho informato Sua Maestà"

May ha precisato: "Ho tenuto informata Sua Maestà" la regina. Parlando della Brexit, ha ricordato di aver raggiunto un accordo di divorzio con Bruxelles e di aver fatto ogni sforzo per trovare il consenso nel Parlamento britannico senza riuscirci: un fallimento che resterà sempre per lei, ha notato, "motivo di profondo rammarico". "Ora ritengo sia nel miglior interesse del Paese" che un nuovo leader e un nuovo premier "rilanci questo sforzo", ha detto. Citando Sir Nicholas Winton, un filantropo scomparso, protagonista del salvataggio di centinaia di bambini ebrei dalla Cecoslovacchia occupata dai nazisti ed ex elettore del suo collegio, ne ha ricordato "un consiglio": "Il compromesso non è una parola sporca, la vita dipende dal compromesso".

"Non sarò l'ultima donna primo ministro"

"Io presto lascerò l'incarico che è stato l'onore della mia vita avere", ha detto ancora May, sottolineando di essere stata "la seconda donna primo ministro, ma certamente non l'ultima". Quindi la chiusura, con le lacrime a rigarle il viso: ho svolto il mio lavoro "senza cattiva volontà, ma con enorme e duratura gratitudine".

Le reazioni dei leader europei

Diverse le reazioni degli altri leader europei. Il presidente francese Emmanuel Macron rende omaggio al "lavoro coraggioso" della premier britannica e lancia un appello ad un "rapido chiarimento" sulla Brexit. La cancelliera tedesca Angela Merkel "rispetta" la decisione di May. "In generale la collaborazione tra i nostri governi prosegue", ha spiegato una portavoce, spiegando che la Brexit "dipende dalle evoluzioni della politica interna britannica". Per il premier olandese Mark Rutte "l'accordo raggiunto tra l'Ue ed il Regno Unito per una Brexit ordinata resta sul tavolo". Mentre il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov sottolinea: "Purtroppo non posso ricordare nessun passaggio che abbia in qualche modo contribuito a sviluppare le relazioni bilaterali fra la Russia e la Gran Bretagna e anzi, semmai è l'esatto contrario: la premiership di Theresa May è stata un periodo molto complicato nelle nostre relazioni bilaterali".

Le reazioni in Gb

L'addio di May provoca una serie di reazioni anche in Gb, oltre a quella del leader dell'opposizione Corbyn. Boris Johnson, dimessosi a suo tempo da ministro degli Esteri in polemica con la premier per la sua linea considerata troppo moderata sulla Brexit e oggi ritenuto favorito per la successione, parla di "discorso di grande dignità da parte di Theresa May". Johnson ringrazia la premier uscente per "il suo stoico servizio al Paese e al Partito". "Ora - conclude - è tempo di andare avanti verso ciò che lei sollecita: unirci e attuare la Brexit". Di discorso "dignitoso" parlano numerosi ministri, notabili Tory e anche falchi brexiteer in prima fila in questi mesi nella battaglia per le dimissioni della premier. Fra le opposizioni, la laburista Jess Phillips ne sottolinea con simpatia "l'emozione", che tuttavia "non cancella" gli errori. Mentre la centrista Heidi Allen rimpiange che la premier non abbia mostrato "di più questa emozione" durante il mandato.

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