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Birmania, liberati i reporter che avevano raccontato la crisi Rohingya

Mondo
Kyaw Soe Oo con la figlia Moe Thin Wai Zan, e Wa Lone con in braccio Thet Htar Angel (Getty Images)

Wa Lone e Kyaw Soe Oo hanno trascorso 511 giorni in galera per aver raccontato il genocidio perpetrato dai militari birmani ai danni della minoranza musulmana. Time li aveva inclusi tra i "Guardiani della Verità"

Wa Lone e Kyaw Soe Oo sono tornati in libertà. I due giornalisti Reuters erano stati catturati e imprigionati per 511 giorni per aver raccontato le operazioni di pulizia etnica ai danni dei musulmani Rohingya in Birmania (CHI SONO). Lo riporta il Guardian.

Il rilascio

Wa Lone, 33 anni, e Kyaw Soe Oo, 29, sono stati rilasciati martedì 7 maggio in seguito all'amnistia concessa dal presidente Win Myint a 6.520 prigionieri. A confermare il rilascio anche dei due report è stato il capo della prigione Insein, Zaw Zaw. "Sono davvero felice ed eccitato di poter rivedere la mia famiglia e i miei colleghi. Non vedo l'ora di tornare alla mia newsroom. Sono un giornalista e continuerò ad esserlo", ha dichiarato Wa Lone.

Il ricongiungimento con le famiglie

Wa Lone ha così finalmente potuto abbracciare la sua prima figlia, Thet Htar Angel, nata durante la sua prigionia. Le prime immagini scattate dopo il rilascio hanno mostrato Kyaw Soe Oo mentre abbracciava sua figlia Moe Thin Wai Zan, tre anni. La bimba era già stata immortalata durante i processi mentre rubava brevi abbracci al padre. "Ora possiamo abbracciarci tutti e tre e siamo molto felici per questo", ha dichiarato la moglie Chit Su Win.

Guardiani della Verità

"Siamo enormemente felici per il rilascio dei nostri coraggiosi reporter Wa Lone e Kyaw Soe Oo, deciso dalla Birmania", ha dichiarato Stephen J. Adler, caporedattore di Reuters. "Da quando sono stati arrestati 511 giorni fa, sono diventati il simbolo dell'importanza della libertà di stampa in tutto il mondo". Infatti, Time aveva incluso i due reporter tra le Persone dell'anno, giornalisti definiti dalla testata i "Guardiani della Verità". Al tempo dell'arresto, la coppia stava lavorando su un'inchiesta che avrebbe portato alla luce le violenze brutali perpetuate contro i Rohingya nello stato di Rahkine da parte dei militari del Birmania nell'agosto 2017. Oltre 700.000 persone sono state costrette a fuggire verso il Bangladesh. Questo lavoro giornalistico è valso a Wa Lone e Kyaw Soe Oo il Premio Pulitzer. Dopo un processo montato ad arte, con fragili prove, i due reporter erano stati condannati a sette anni di prigione. Il lavoro diplomatico e la collaborazione internazionale di organizzazioni per i diritti umani hanno spinto il presidente del Birmania a includerli nell'amnistia, nonostante fossero stati esclusi da quella concessa all'inizio di ogni anno, che nel 2019 aveva rimesso in libertà 9.000 persone.

La reazione di Amal Clooney

A contribuire al rilascio di Wa Lone e Kyaw Soe Oo c'è stata anche Amal Clooney. La moglie del celebre attore hollywoodiano e avvocato per i diritti umani di fama internazionale, si è unita al team legale un anno fa. Nel commentare il rilascio, ha sottolineato l'incredibile determinazione di Reuters nel perseguire la giustizia per i propri reporter. "È fonte di ispirazione - ha commentato l'avvocato - vedere un organo di informazione così impegnato nella protezione di uomini innocenti e della professione giornalistica".

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