Alta tensione a Gaza: razzi da Hamas su Israele, raid di Tel Aviv sulla Striscia

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Ancora lanci dalla Striscia. Lo Stato ebraico risponde con altri raid. Il bilancio parla di 22 palestinesi morti - tra i quali una bimba di 14 mesi e due donne incinte -  e 4 vittime israeliane

Israele e Hamas sono di nuovo a un passo dalla guerra: sono oltre 600 i razzi sparati dalla Striscia di Gaza contro lo Stato ebraico in poco più di 24 ore. Una pioggia di fuoco alla quale l'esercito israeliano (Idf) ha risposto bombardando pesantemente l'enclave palestinese, con oltre 260 obiettivi militari di Hamas e Jihad islamica colpiti da raid aerei.

Le vittime

Il bilancio finora è di 4 civili morti ad Ashkelon, e di 3 feriti gravi in Israele. Altre 60 persone sono state ferite lievemente, alcune correndo verso i rifugi antiaereo, e in 62 sono state trattate per lo shock. Nella Striscia si contano 22 vittime palestinesi, tra le quali una donna incinta e la nipote di 14 mesi. Sulla loro morte si è scatenata una polemica tra Hamas e le autorità israeliane che hanno smentito ogni responsabilità e hanno incolpato un razzo del movimento islamico caduto nella Striscia. Tra i morti, c'è anche un comandante di Hamas, il 34enne Hamad al-Khodori, accusato dall'Idf di essere l'anello di collegamento con l'Iran per far entrare il denaro della Repubblica islamica nella Striscia di Gaza attraverso la sua rete di cambi valuta nell'enclave palestinese.

Preoccupa Hezbollah

Il timore tra le gerarchie militari israeliane è l'allargamento del 'fronte' a nord, verso Tel Aviv e oltre, con il lancio di missili con una gittata più lunga che possano colpire la zona centro-settentrionale del Paese. Le autorità sono anche preoccupate che Hezbollah si possa unire, lanciando attacchi dal sud del Libano verso il nord di Israele. Il sindaco di Netanya, città costiera a 30 chilometri a nord di Tel Aviv, e quello di Kfar Saba, nel centro del Paese, hanno ordinato l'apertura dei rifugi pubblici come misura precauzionale.

"Guerra aperta"

Intanto, la brigata di fanteria Golani è stata dispiegata al confine di Gaza come rinforzo, in aggiunta alla 7  brigata corazzata gia' trasferita in precedenza. Il portavoce della Jihad Islamica, Mosab Al Braim, ha minacciato un'escalation fino ad arrivare "a una guerra aperta". Sono già tre i conflitti combattuti da Israele nella Striscia di Gaza: nel 2008-2009 (operazione Piombo fuso), 2012 (operazione Pilastro di difesa) e 2014 (operazione Margine di Protezione).

La comunità internazionale

La comunità internazionale si è mobilitata sostenendo il diritto di Israele di difendersi ma chiedendo la fine delle violenze e il ritorno al cessate il fuoco che era stato raggiunto il mese scorso da Israele e Hamas, sotto l'egida di Egitto e Onu. L'inviato speciale dell'Onu, Nickolay Mladenov, ha condannato il lancio di razzi da Gaza e ha lanciato un appello alla de-escalation: "E' tempo di ritornare agli accordi dei mesi passati prima che sia troppo tardi". Sulla stessa linea il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, che pur ribadendo che "Israele ha tutto il diritto di difendersi", ha espresso la speranza che si possa "ritornare al cessate il fuoco che e' stato in vigore per settimane". 

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