Libia, raid su Tripoli. Haftar nega responsabilità. Serraj: “È un criminale di guerra"

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(Getty Images)

Le milizie del generale negano di aver lanciato missili Grad su un quartiere a ridosso del centro della capitale: il bilancio è di 5 civili morti e 23 feriti. Intanto, le forze governative fanno sapere di voler riprendere il controllo anche di Bengasi

Le forze del generale Khalifa Haftar negano di aver lanciato razzi su Tripoli e attribuiscono a "milizie terroriste" la responsabilità di aver sparato "Grad e colpi di artiglieria" su Abu Slim, il quartiere a ridosso del centro della capitale libica. Il bilancio del raid, avvenuto martedì in tarda serata, è di 5 morti civili e 23 feriti. L'area colpita si trova nel cuore del municipio, a circa 2 km dal Rixos, il celebre albergo di Muammar Gheddafi. Nella notte, poi, c'è stato un altro raid aereo sull'area di Wadi Rabie, circa 35 km a est di Tripoli, che ha ucciso almeno cinque soldati. A lanciare accuse su Haftar è stato Fayez al-Serraj, leader del governo di unità nazionale (UN PAESE SPACCATO IN DUE).

Lo scambio di accuse

“Bombardare le aree residenziali è un crimine contro l'umanità: dimostra che Haftar è un criminale di guerra e sarà ricercato dalla giustizia a livello nazionale e internazionale”, ha dichiarato al-Serraj. Poi ha annunciato di voler presentare “alla Corte penale internazionale la documentazione per classificarlo tale”: “Il Consiglio di sicurezza Onu ha la responsabilità legale e umanitaria di ritenere questo criminale responsabile delle proprie azioni”. Più tardi è arrivata la risposta dell'Lna, l'Esercito nazionale libico comandato da Haftar, che in un comunicato ha negato il lancio di razzi su Tripoli. Il generale cirenaico Haftar, sin dall'inizio delle operazioni lo scorso 4 aprile, sostiene di condurre un'offensiva per liberare la Libia dai "terroristi". Tesi seccamente respinta dall'Onu che, attraverso il suo inviato Salamé, denuncia un tentativo di colpo di Stato.

L’attacco ad Abu Slim

Tra le vittime del bombardamento di missili Grad su Abu Slim, quartiere a ridosso del centro di Tripoli, ci sarebbe una intera famiglia. Dei 23 feriti, quattro sarebbero in gravi condizioni. Lo ha reso noto il sindaco Abdul Rahman al-Hamdi. "Le nostre unità occupano adesso nuove posizioni nel perimetro della capitale Tripoli e avanzano verso altre posizioni", ha detto nella notte il portavoce delle forze di Haftar, generale Ahmed al-Mismari, citato dal quotidiano Al Wasat. "Agiamo solo contro il terrorismo e l'estremismo e comprendiamo l'ampiezza del complotto contro il Paese", ha aggiunto.

Le forze governative

"L'ordine del comando centrale è di andare in ogni città della Libia che non è sotto controllo del governo di accordo nazionale", ha fatto sapere invece il colonnello Mohammed Qannouno, portavoce della “war room” delle forze governative libiche, rispondendo alla domanda se le forze fedeli al governo di al-Serraj si spingeranno fino a Bengasi. "Quando parlo di ogni città libica intendo anche la Cirenaica", ha sottolineato l'alto responsabile militare. E alla domanda se vi siano forme di coordinamento con Roma o il contingente italiano schierato a Misurata, ha risposto: “È un segreto. Posso però dire che con il governo e i militari italiani siamo molto amici”.  

Salvini: “Presenza terroristi sui barconi è una certezza”

E proprio da Roma, intanto, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato nuovamente le affermazioni di al-Serraj, secondo cui la situazione potrebbe spingere "800mila migranti e libici, tra cui anche terroristi, a invadere l'Italia e l'Europa". "Il problema è che in Libia ci sono migliaia di terroristi islamici: il rischio di infiltrazioni sui barchini è una certezza. Per questo devo ribadire che in Italia non si sbarca. Non si arriva senza permesso", ha detto il ministro Salvini.
 

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