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Libia, Haftar al Cairo da al-Sisi. Bilaterale a Roma con il Qatar

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Continua la guerra tra le forze del governo di al Sarraj e quelle del generale. Abbattuto un caccia. Dall'inizio del conflitto 121 vittime, 28 sono bambini. Oggi l’incontro tra Conte e il vicepremier e ministro degli Esteri qatarino Mohammed Al Thani

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Non si ferma in Libia, alle porte di Tripoli, la guerra tra le forze fedeli al governo nazionale di Fayez al Sarraj e quelle del generale Khalifa Haftar che, secondo il quotidiano egiziano Al Ahram, oggi è arrivato al Cairo per incontrare il presidente Abdel Fattah al-Sisi. Oggi durante gli scontri le forze governative hanno abbattuto un caccia delle forze di Khalifa Haftar nell'area di Wadi Rabie, a sudest di Tripoli. Lo ha annunciato il generale Mohammed al Manfur, comandante dell'Aeronautica di Tripoli. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il numero delle vittime dall'inizio del conflitto è salito a 121, mentre quello dei feriti a 561. L’Associazione medici stranieri in Italia (Amsi) ha riferito che tra i morti ci sono 28 sono bambini e tra i feriti circa 200, mentre l'Ocha parla di circa 16mila sfollati. Intanto l’Italia rilancia la sua azione diplomatica incontrando uno dei più potenti sponsor arabi del governo di Sarraj, il Qatar: il vicepremier Mohammmed Bin Abdulrahman Al Thani sarà a Roma domani pomeriggio per un bilaterale con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che propone per l'Italia "un ruolo di facilitatore" nel processo di stabilizzazione e pacificazione. (UN PAESE SPACCATO IN DUE)

Duemila sfollati solo nelle ultime 24 ore

Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha), sono oltre duemila le persone che hanno lasciato le proprie case solo nelle ultime 24 ore. Negli scontri, scrive l'Ocha, sono state danneggiate altre due ambulanze, portando a otto il numero dei veicoli di soccorso danneggiati dall'inizio delle ostilità a Tripoli. Nella nota, l'Ufficio Onu sottolinea inoltre che "i partner umanitari forniscono assistenza laddove l'accesso lo consente", mettendo in risalto il fatto che "finora sono state raggiunte circa 4.000 persone con una qualche forma di assistenza umanitaria". Inoltre, con implicito riferimento ai raid aerei delle forze del generale Khalifa Haftar, la Missione di supporto dell'Onu in Libia (Unsmil) "avverte che il bombardamento di scuole, ospedali, ambulanze e aree civili è severamente proibito dal diritto internazionale umanitario". "La missione - si legge in un tweet - sta monitorando e documentando tutti gli atti di guerra che violano questa legge al fine di informare il Consiglio di sicurezza e la Cpi", la Corte penale internazionale dell'Aja.

Ospedali al collasso e rischio epidemie

La battaglia sempre più cruenta alle porte di Tripoli, riferisce Foad Aodi, presidente dell’Amsi, sta provocando il collasso degli ospedali libici per mancanza di strumentazione e scorte di sangue, con il rischio concreto che possano scoppiare delle epidemie. Le strutture, spiega Aodi, "sono al collasso e sono triplicate le richieste di operare in Italia i bimbi feriti. Da quanto mi stanno riferendo i colleghi medici dalla Libia - afferma - si registrano numerose persone ferite che sono ancora nelle proprie case e la situazione è drammatica perché manca sangue e materiale chirurgico negli ospedali per effettuare gli interventi necessari. C'è il rischio di una crisi umanitaria ed epidemie se non vengono curati i feriti". Risulta, afferma Aodi, che "negli ospedali manchi tutto. Su 500 feriti, almeno 120 sono gravissimi e non possono essere operati perché mancano strumenti chirurgici".

I bambini-soldato

I numeri di morti e feriti, aggiunge Aodi, "crescono di ora in ora e a ciò si affianca un'altra emergenza di cui nessuno parla: sono centinaia i minori a rischio e che vengono utilizzati come bambini-soldato negli scontri in Libia". "In questi ultimi mesi - denuncia - stimiamo che oltre 1000 bambini e minorenni siano stati utilizzati nei combattimenti e lo siano tuttora. È un fenomeno molto diffuso: hanno da 14 a 17 anni e sono provenienti dalla Siria, dal mercato delle immigrazioni ma anche da famiglie molto povere libiche che vengono ricattate dai combattenti".

Oggi il bilaterale con il vicepremier del Qatar

Intanto il governo italiano, con il premier Conte che ha parlato di “serio e concreto rischio, di una crisi umanitaria”, si muove per vie diplomatiche. Oggi arriverà a Roma il vicepremier e ministro degli Esteri qatarino Mohammed Al Thani, influente membro della famiglia reale dell'emiro Tamim Al Thani. Conte lo incontrerà insieme al titolare della Farnesina Enzo Moavero Milanesi e non è escluso che, lo stesso giorno, atterri nella capitale anche il vicepresidente del Consiglio presidenziale del governo di Tripoli, Ahmed Maitig, uno degli uomini forti del presidente Sarraj, esponente di Misurata, la città libica più potente a livello militare.

La tensione con la Francia

Non si allenta, invece, la tensione diplomatica con la Francia: mentre si rincorrono sempre più frequenti le voci sulla presenza di esperti militari francesi tra le fila dell'esercito del generale Haftar, ieri i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono tornati a denunciare le ambiguità di Emmanuel Macron sulla Libia. Il primo è stato il ministro dell'Interno: "Stiamo lavorando affinché in Libia le cose non peggiorino. Speriamo che tutti i Paesi occidentali facciano lo stesso e non ci sia qualcuno che, come in passato, gioca alla guerra per interessi economici. In passato la Francia lo fece e speriamo che non stia ripetendo lo stesso scherzetto perché poi ne pagano le conseguenze tutti". Poi Di Maio: "Già nel 2011, quando l'Ue non è stata compatta, abbiamo pagato lo scotto di azioni singole in Libia. Allora la Libia è stata destabilizzata e l'Italia ha pagato per 5-6 anni lo scotto più grande di decisioni autonome singole di Stati europei che hanno interferito con le azioni che si stavano portando avanti in Libia. Mi auguro che non ci siano altre influenze europee nello scenario libico".

Gentiloni: Italia è isolata e il caos libico è un rischio per la tenuta del governo

Su Libia ed Europa arriva però dalle pagine de La Stampa, il monito di Paolo Gentiloni: "L'Italia è isolata in Europa e il caos libico, oltre a un rischio di ripresa dei flussi migratori, comporta un rischio per la tenuta del governo". L'ex premier critica l'operato del presidente del Consiglio sul dossier libico: "Paghiamo sul dossier per noi più importante un isolamento internazionale senza precedenti. Non ho capito se abbiamo degli amici e se li abbiamo chi siano. Trump? Putin? Al Sisi? L'unica cosa chiara è che l'atteggiamento verso la Russia, sul Venezuela, il rapporto con la Cina, i bisticci con gli europei hanno trasformato l'Italia in un Paese debole, arrogante e inaffidabile".

Gli scontri

Sabato, nel decimo giorno della guerra proclamata da Haftar, ci sono stati violenti scontri lungo l'asse a sudovest della capitale Tripoli. Sul campo, hanno riferito fonti attendibili, sono arrivate anche le temibili milizie di Zintan, protagoniste della cacciata di Muammar Gheddafi da Tripoli nel corso della rivoluzione del 2011 e pronte ora a combattere per la difesa della capitale. I soldati del generale della Cirenaica hanno sfondato le linee avversarie, avanzando a colpi di artiglieria, missili Grad e sostenuti dai raid aerei. Due le zone conquistate per diverse ore: quella di Suani ben Adem, 25 km a sudovest di Tripoli, e quella di Aziziya, una trentina di chilometri più a sud, lungo la direttrice che conduce a Zintan e Gharyan. Dopo ore di battaglia, le milizie di Tripoli hanno lanciato il contrattacco e respinto i nemici a Suani ben Adem. Le truppe di Haftar sono state costrette alla ritirata, lasciando diverse unità di fanteria lungo la linea di un fronte frastagliato, lontane dalle retrovie. I soldati che difendono la capitale sono poi avanzati anche su Aziziya, strappando parte della città agli avversari.