Originario della provincia di Cuneo, è residente a Kaduna. E' rimasto prigioniero di una banda criminale per 13 giorni. La liberazione del 62enne segna un altro successo dell'intelligence italiana, che arriva qualche giorno dopo aver riportato in Italia Sergio Zanotti
Sergio Favalli è libero. L’imprenditore italiano, rapito da una banda di criminali in Nigeria il 30 marzo scorso, è arrivato in Italia. Il suo aereo è atterrato a Ciampino alle 20.30. Sceso dalla scaletta, è apparso in buone condizioni e ha camminato, scortato da funzionari dell’Unità di Crisi della Farnesina, con un trolley in mano, fino all'uscita. Subito verrà ascoltato dal pm Alberto Colaiocco, che ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di sequestro di persona con finalità di terrorismo. Il 62enne di Moretta, nel Cuneese, era residente a Kaduna dove, dopo aver lavorato per la Plot Makero Road, aveva avviato un'attività imprenditoriale autonoma. "Le mie congratulazioni all'Aise. Un altro nostro connazionale torna a casa! Grazie per il vostro straordinario lavoro, grazie per la vostra professionalita'!", afferma con un tweet il vicepremier, Luigi Di Maio. "Ancora un ringraziamento speciale ai nostri servizi di intelligence, in particolare all'Aise, per il fondamentale lavoro svolto che ha portato a questo brillante risultato", aggiunge su Twitter il premier Giuseppe Conte.
Il lavoro dell'intelligence
La liberazione di Favalli segna, infatti, un altro successo dell'intelligence italiana, che arriva qualche giorno dopo aver riportato in Italia il connazionale Sergio Zanotti (CHI E'), per tre anni ostaggio in Siria, e dopo l'arresto di Cesare Battisti in Bolivia grazie al contributo fondamentale proprio dell'Aise. E i ringraziamenti arrivano anche dal ministero della Difesa: "Complimenti al nostro comparto Intelligence e in particolare all'Aise, l'Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna, guidata dal Generale Luciano Carta", dice il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo. "Grazie al vostro agire preciso e puntuale", scrive su Twitter il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.
Il caso dell'imprenditore italiano è stato seguito dall'unità di crisi della Farnesina sin dai primi momenti, in raccordo con il comparto sicurezza, come di consueto. L'unità di crisi, inoltre, insieme all'ambasciata d'Italia ad Abuja, ha mantenuto i contatti con i famigliari di Favalli per tutti i 13 giorni del sequestro.
Il rapimento
Secondo quanto ricostruiro, l'imprenditore è stato sequestrato mentre era in taxi: era sulla strada tra Abuja a Kaduna quando i sequestratori hanno bloccato la macchina sulla quale viaggiava. A dare l'allarme è stata la moglie, una donna nigeriana, che ha chiamato un amico italiano della coppia. A sua volta l'uomo ha contattato le autorità italiane e immediate sono iniziate le attività dell'Aise che ha attivato una collaborazione con l'intelligence nigeriana che viene definita "molto buona". I risultati sono arrivati dopo 13 giorni: Favalli è rientrato in italia.