"Tempo sta peggiorando, abbiamo bisogno di un rifugio sicuro", dice la ong tedesca che ieri ha rifiutato di far scendere 5 delle 64 persone a bordo per non separare le famiglie. A Salvini: "Vuole ottenere massimo da questa situazione”. Replica: "In Italia non si passa"
"Il nostro equipaggio si sta prendendo cura degli ospiti sulla Alan Kurdi. Il cibo è razionato per tutti. Perché siamo tutti nella stessa barca. Un sacco di gente è costretta a dormire sul ponte. Il tempo sta peggiorando significativamente. Abbiamo bisogno di un rifugio sicuro ora". È quanto scrive su Twitter la ong Sea Eye, che in queste ore con la sua nave si trova al largo di Malta, dopo aver soccorso nei giorni scorsi 64 migranti vicino alla Libia. La Alan Kurdi si è diretta verso Malta - anche se l'approdo a La Valletta non è scontato - dopo che l'Italia non ha concesso l’approdo a Lampedusa: il governo aveva dato il via libera solo per lo sbarco di due bambini di 1 e 6 anni, delle rispettive madri e, successivamente, anche di una donna incinta, ma la ong ha preferito non separare le famiglie. L'organizzazione no profit tedesca ha anche attaccato il ministro Matteo Salvini, accusato di aver "umiliato i naufraghi" e "sfruttato tutto e tutti per ottenere il massimo vantaggio possibile da questa situazione". Il titolare del Viminale ha risposto su Twitter: "Dietrofront, nave Ong diretta a Malta. Molto bene, in Italia non si passa. #portichiusi". Ieri Salvini aveva accusato l'ong tedesca: "Donne e bambini si rifiutano di scendere dalla nave. Non ci resta che augurare buon viaggio verso Berlino".
Comunicazioni Alan Kurdi-capitaneria di Lampedusa
L'apertura allo sbarco di due bambini e due donne e il conseguente rifiuto della ong emerge anche dalle comunicazioni radio tra la Alan Kurdi e la capitaneria di Lampedusa. "Questa è la motonave di bandiera tedesca Alan Kurdi, le chiedo gentilmente autorizzazione di entrare in attesa che il tempo migliori", spiegano dall'imbarcazione della ong alle 20.30 del 4 aprile. "Perché chiedi di entrare?", chiedono dalla capitaneria. "Domani in giornata aspetto di trovare maltempo", rispondono dalla Alan Kurdi. Il 5 aprile l'Italia autorizza lo sbarco soltanto di alcuni migranti a bordo. "Vi informiamo che la nostra nave imbarcherà solo 4 persone, due madri e due bambini", avvisano da Lampedusa. "Noi vorremmo sbarcare 6 persone: 2 bambini, 2 madri e 2 padri. Non vogliamo separare le famiglie. Abbiamo inviato richiesta scritta al governo italiano", ribatte Alan Kurdi. Ma la risposta è negativa.
Esposto alla procura di Agrigento
Contro Salvini anche Mediterranea, che ha depositato un esposto alla procura di Agrigento per il divieto di sbarco a Lampedusa. "Il blocco navale operato contro la Alan Kurdi al largo di Lampedusa riguarda ordini illegali", ha detto la ong italiana. La procura di Agrigento aprirà un fascicolo. Pronta la replica di Salvini: "Possono aprire delle enciclopedie a mio carico, ma io non cambio assolutamente atteggiamento. I porti sono e rimangono chiusi e inibiti al traffico indesiderato".
Braccio di ferro tra Viminale e ong
Sul fronte degli sbarchi nel Mediterraneo, il braccio di ferro tra il Viminale e le organizzazioni non governative proseguirà quasi sicuramente anche nelle prossime settimane, quando la Mare Ionio - nave di Mediterranea - ripartirà verso le coste libiche. La ong ha annunciato anche la presenza di un nuovo capo missione e di parlamentari a bordo. Tra questi potrebbe esserci il senatore Gregorio De Falco, ex M5s, che sta definendo gli aspetti tecnici per aderire a una delle prossime missioni. "Abbiamo messo assieme equipaggi di terra e di mare, ora c'è ancora maggiore necessità di andare in Libia. La direttiva Viminale, secondo cui la Libia sarebbe un porto sicuro, è carta straccia perché viola i codici marittimi e la convenzione di Amburgo. Se recupereremo naufraghi vireremo sempre verso il porto sicuro più vicino", ha spiegato Mediterranea. Anche Oscar Camps, il fondatore della ong Open Arms ospite al Festival del Giornalismo a Perugia, ha spiegato sugli sbarchi: "Se noi ong non ci siamo non è che le persone non muoiono o non arrivano, è che viene tutto silenziato. È che i governi hanno pagato i gruppi armati in Libia per cercare di far scendere quel numero di arrivi, a spese delle persone trattenute nei campi di detenzione".
Il Papa: "Non bisogna avere paura dei migranti"
Sul tema dei migranti è intervenuto anche il Papa nel corso di un'udienza ai docenti e agli studenti dell'Istituto San Carlo di Milano: "Non bisogna avere paura dei migranti. I migranti siamo noi, Gesù è stato migrante". A chi dice che "sono delinquenti", Francesco ha replicato: "Ma ce ne sono tanti anche tra noi... La mafia non è stata inventata dai nigeriani, la mafia è un 'valore' nazionale, è nostra, italiana".