Leonardo da Vinci, il Louvre di Abu Dhabi ammette che il Salvator Mundi è disperso

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L'opera comprata da un principe saudita per 450 mln di dollari avrebbe dovuto essere esposta a fine 2018 ma del quadro non c'è traccia. Lo rivela il New York Times. Le autorità degli Emirati non commentano ma lo staff del museo in privato conferma di non sapere dove sia

Il celebre dipinto Salvator Mundi, attribuito a Leonardo da Vinci e venduto all'asta da Christie's nel 2017 per la cifra record di 450,3 milioni di dollari, è scomparso. Lo riferisce il New York Times, spiegando che il Louvre di Abu Dhabi aveva annunciato, un mese dopo la vendita, che il capolavoro sarebbe arrivato ad arricchire la sua collezione. Ma lo scorso settembre la presentazione programmata è stata annullata senza che il Dipartimento della Cultura e del turismo di Abu Dhabi fornisse alcuna spiegazione e il dipinto al museo non si è mai visto. In privato lo staff del Louvre di Abu Dhabi fa sapere di non sapere dove si trovi il quadro, anche se in merito non ci sono comunicazioni ufficiali. Il quadro è stato comprato a fine 2017 dal principe saudita Bader bin Abdullah bin Mohammed bin Farhan al-Saud, che dopo l'acquisto aveva promesso di non tenere per sé l'opera, ma di esporla nella nuova sede del Louvre di Abu Dhabi.

Nessun commento dalle autorità

Il Dipartimento della cultura di Abu Dhabi, riporta il New York Times, non ha mai voluto rispondere alle domande su dove si trovi l'opera. E anche l'ambasciata saudita a Washington ha rifiutato di commentare. Il New York Times ricorda anche che sull’autenticità del quadro c’è un acceso dibattito e la sua scomparsa potrebbe alimentare di nuovo le voci che parlano di un timore del proprietario di un controllo pubblico sull'opera.

Il rammarico degli esperti d'arte

E gli esperti d'arte si rammaricano della notizia. “Tragico", commenta Dianne Modestini, professore all'Istituto di Belle Arti della New York University. "Privare gli amanti dell'arte dal vedere un capolavoro di tale rarità è profondamente ingiusto". Lo storico dell'arte britannico Martin Kemp ha descritto il Salvator Mundi come "una sorta di versione religiosa della Gioconda di Leonardo" in cui è presente una "forte affermazione dell'inafferrabilità del divino".

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