344 voti contro 286. Theresa May sconfitta ancora una volta. "Provo profondo dispiacere", ora implicazioni "serie", dice la premier. Ue: in caso di no-deal, nessun accordo parziale. Tusk convoca il Consiglio Ue il 10 aprile
"Sì ad accordo May è unica via per avere certezze"
Geoffrey: ultima chance
Voto decisivo
Il procuratore generale Geoffrey Cox apre i lavori
"E' l'ultima chance"
Theresa May si gioca la sua ultima carta: salvare l'accordo che ha negoziato con Bruxelles per la Brexit sottoponendolo per la terza volta al voto in Parlamento. La maggioranza non è affatto assicurata.
Terzo voto sulla Brexit
Il governo ha deciso di presentare al voto solo una parte dell'accordo, il trattato di uscita, quello che stabilisce i termini del divorzio, ma non la dichiarazione politica sulle future relazioni bilaterali con i restanti 27. Se il testo verrà approvato, il Regno Unito eviterà lo spettro del no-deal il 12 aprile e rimanderà la data del divorzio al 22 maggio, come stabilito nell'ultimo vertice dei leader europei; e in questo lasso di tempo guadagnato, dovrà ratificare il pacchetto completo dei documenti che permetteranno una Brexit negoziata, compreso il testo che dettaglia le linee fondamentali del modello di relazione che sperano di forgiare con Bruxelles dopo la separazione.
May mette sul piatto le dimissioni
Per superare tutti gli ostacoli e incassare il voto, mercoledì Theresa May ha offerto, in cambio del sostegno all'accordo, di dimettersi prima che cominci la seconda fase dei negoziati con Bruxelles. L'offerta seduce i Tory che aspirano a condurre quella trattativa, ma non è detto che basti.
Le Europee
La premier ha garantito che non permetterà un'uscita no deal senza il beneplacito del Parlamento, che in diverse occasioni ha votato contro questa opzione. L'opzione più probabile, dunque, se non si ratifica l'accordo è, secondo May, che il Regno Unito chieda un'altra proroga, che però l'obbligherebbe a partecipare alle elezioni europee di maggio. Bruxelles permettendo.