Brexit, il governo May ha chiesto un terzo voto sull’accordo di divorzio

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Dopo i due no ricevuti dai deputati, la premier ci riprova e indice un nuovo dibattito in Parlamento. Questa volta il voto dovrebbe riguardare solo l’accordo di uscita dall'Ue e non anche la dichiarazione sulle relazioni future con l’Ue

Il governo di Theresa May ha messo all'ordine del giorno di domani, venerdì 29 marzo, un nuovo dibattito alla Camera dei Comuni sull'accordo di divorzio dall'Ue, già bocciato due volte dai deputati. L'obiettivo è quello di ottenere un terzo voto di ratifica, sperando questa volta di poter strappare una maggioranza. Il voto dovrebbe essere sul solo accordo di divorzio e non comprendere la dichiarazione sulle relazioni future con l’Ue (IL REPORTAGE DAL TAMIGI - LE TAPPE). Sono dunque ore decisive per la premier che si è detta disposta a un passo indietro a patto che venga approvato l'accordo raggiunto con Bruxelles ma non ancora ratificato da Westminters. La Camera dei Comuni infatti non ha ancora indicato un piano B e, nella serata del 27 marzo ha bocciato anche tutti gli 8 piani alternativi all'intesa May-Ue.

Il terzo voto dopo due bocciature

L'annuncio del terzo voto previsto per domani è stato dato in aula a Westminster dalla ministra dei Rapporti con il Parlamento (Leader of the House), Andrea Leadsom, la quale non ha inoltre escluso l'annullamento della tradizionale pausa dei lavori dell'assemblea prevista a cavallo di Pasqua. Il terzo tentativo di ratifica dovrà essere autorizzato dallo speaker John Bercow, che ha posto il veto alla riproposizione da parte del governo di una mozione priva di cambiamenti sostanziali rispetto a quella già bocciata. L'esecutivo appare tuttavia orientato a una modifica significativa, con la presentazione del solo accordo di divorzio senza l'allegata dichiarazione politica sulle relazioni future. Accordo che del resto va approvato entro le 23 di domani, stando alle condizioni poste da Bruxelles, per consentire a Londra di usufruire di un rinvio della Brexit fino al 22 maggio e non solo fino al 12 aprile. Vari deputati laburisti sono intanto già insorti, sostenendo che lo scorporo della dichiarazione dall'accordo sarebbe un artificio "intollerabile" e "potenzialmente illegale".

Questo accordo come “unica via” per la Brexit

Il vicepremier di fatto, David Lidington, ha ammonito questa mattina i deputati sostenendo che l'accordo di recesso sul tavolo è l'unica via per chiunque voglia rispettare il mandato di attuare la Brexit, e farlo senza arrivare al no deal. L’idea sarebbe poi quella di lasciare aperta per il futuro una possibile revisione del quadro sulle relazioni con l’Ue improntato a modelli diversi. "Io resto dell'opinione che l'accordo negoziato dal governo sia la miglior opzione disponibile", ha sottolineato Lidington.

Ue: “Aspettiamo un sì”

La Commissione Ue, intanto, "ha preso nota" dei voti dei Comuni, "parte di un processo politico che rispettiamo", ma "ha contato otto no e ora ci serve un sì su come andare avanti", ha detto intanto il portavoce della Commissione riferendosi alle otto proposte di via d’uscita bocciate da Westminster. Il portavoce ha ricordato che il vertice Ue la scorsa settimana ha deciso che se l'accordo di recesso non fosse ratificato entro questa settimana, l'articolo 50 si estenderebbe fino al 12 aprile. "Ora sta al Governo britannico informarci su come vede i prossimi passi", ha aggiunto.

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