Dispersi su Nanga Parbat, stop ricerche per maltempo: domani si tenta primo volo con drone

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Daniele Nardi in una foto d'archivio

Un miglioramento meteo aveva permesso a due elicotteri militari di raggiungere il campo base del K2 e portare a Skardu la squadra di soccorso per gli alpinisti Nardi e Ballard. "Se il tempo lo consentirà, si volerà verso il campo base del Nanga Parbat domani mattina"

Il maltempo in Pakistan rallenta ancora le ricerche degli alpinisti Daniele Nardi e Tom Ballard, dispersi da domenica scorsa sul Nanga Parbat. Un miglioramento delle condizioni meteorologiche aveva permesso il riavvio delle operazioni, tanto che due elicotteri dell'aviazione pakistana - come raccontato anche dallo staff di Nardi sulla sua pagina Facebook - si sono alzati in volo, hanno raggiunto il campo base del K2 e hanno caricato la squadra di soccorso. Dopo i rifornimenti, però, il gruppo si è dovuto fermare a Skardu e non è riuscito ad arrivare al campo base del Nanga come era previsto. "Ha ripreso a nevicare sul Nanga Parbat. La squadra di soccorso è attualmente a Skardu e volerà verso il campo base del Nanga Parbat domani mattina presto", ha scritto su Twitter l'ambasciatore italiano in Pakistan Stefano Pontecorvo. Nella squadra di soccorso c'è anche l'alpinista spagnolo Alex Txikon. "Tenterà un primo volo con un drone domani mattina se il tempo lo consentirà", ha aggiunto l'ambasciatore.

Dispersi sulle pendici del Nanga Parbat

Daniele Nardi, alpinista italiano di Sezze, e Tom Ballard, britannico da diversi anni residente in Val di Fassa in Trentino, risultano dispersi ormai da una settimana. Erano intenti a risalire lo Sperone Mummery, tratto nell'ascesa al Nanga Parbat terribile sotto l'aspetto climatico, difficile sotto quello tecnico e soprattutto inviolato. Nel periodo invernale mai nessun alpinista era riuscito a raggiungere la vetta della montagna dell'Himalaya attraverso lo Sperone Mummery. L'ultima comunicazione è stata domenica 24 febbraio, quando via telefono satellitare Nardi ha contattato la moglie e le ha detto che stavano bene, che avevano raggiunto i 6.300 metri ma che a causa del maltempo erano tornati al campo 4 (C4) a circa 6.000 metri.

Le difficili operazioni di soccorso

A causa del maltempo, nelle scorse ore le ricerche sono state interrotte. Sulle operazioni pesa, oltre alla variabile meteo, anche l'incertezza generata dalle tensioni militari tra Pakistan e India nel vicino Kashmir, che potrebbero rendere più rigida la no-fly zone, impedendo i decolli degli elicotteri. Dopo il fallimento dell'avvicinamento a piedi tentato da Ali Satpar e da alcuni altri esperti alpinisti locali, l'ultimo ed estremo tentativo di ritrovare l'italiano e l'inglese è affidato ai droni del basco Alex Txikon, capo di una delle due spedizioni invernali che erano ferme al campo base del K2 e ora sono state trasportate a Skardu. Da lì, il team di Txikon dovrebbe domani essere trasportato al campo base del Nanga Parbat e poi avvicinato alla parete Diamir, sul versante nord-occidentale, da dove potrebbe pilotare un'accurata ricognizione a distanza, tra i 5.100 e i 7.000 metri di quota, alla ricerca dei dispersi. Ora è questa l'unica possibilità di avvicinare l'inaccessibile sperone Mummery, bersagliato dalle valanghe e dal ghiaccio dei seracchi sovrastanti.

La raccolta fondi per le ricerche

In Italia, intanto, gli amici di Nardi hanno lanciato su internet una sottoscrizione per i soccorsi che ha raccolto 106mila euro in poche ore. L'iniziativa per "dare un aiuto alle ricerche" dei due alpinisti è stata ufficialmente riconosciuta dallo staff di Nardi e le somme non utilizzate saranno devolute alle scuole del Pakistan.

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