Il Pakistan abbatte due caccia indiani, alta tensione in Kashmir

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Jet di Islamabad hanno violato lo spazio aereo indiano. L'incursione arriva dopo il raid dei caccia di New Delhi che hanno bombardato "accampamenti di estremisti" nel Kashmir pakistano. I due Paesi chiudono gli spazi aerei. Il premier pachistano: "Pronti a trattare"

Rimane alta la tensione tra Pakistan e India in quella che è la crisi più grave dal 1971. L’aeronautica pachistana ha abbattuto due jet indiani che avrebbero superato il confine fra i due Paesi nella contesa regione del Kashmir. I due piloti sono stati catturati: uno di loro è ricoverato in ospedale, l'altro è in custodia. Islamabad ha poi chiuso il suo spazio aereo a tutti i voli commerciali. E poco dopo è arrivato anche l'annuncio dell'India: chiuso lo spazio aereo a Nord di Delhi, come fa sapere la rete televisiva Times Now. Anche alcuni voli in arrivo all'aeroporto internazionale Indira Gandhi sono stati dirottati verso scali più a Sud. Per evitare un'ulteriore escalation della crisi in atto è intervenuto intanto il premier pachistano Imran Khan, annunciando che il suo Paese è pronto ad aprire un dialogo con l'India. In un discorso alla nazione, il primo ministro ha affermato che "il buon senso deve prevalere" e che vanno evitati da entrambe le parti "errori di calcolo".

Attacco indiano con colpi di mortaio 

L'abbattimento dei due jet indiani è arrivato poche ore dopo la diffusione della notizia che colpi di mortaio sono stati sparati dalle truppe indiane, da oltre la frontiera, nel Kashmir. Stando alla polizia pakistana, sono state colpite diverse case, molte persone sono rimaste ferite e sei civili sono morti. Tra le persone uccise ci sarebbero anche dei bambini. A essere colpito è stato il villaggio di Kotli, nella parte pakistana del Kashmir. L'episodio si è verificato a un giorno dal bombardamento da parte dell'India che, secondo New Delhi, avrebbe preso di mira un campo di addestramento per terroristi nel Nord-Ovest del Pakistan: 12 caccia Mirage-2000 hanno lanciato 6 bombe sull'obiettivo provocando 350 vittime.

L'abbattimento dei due jet indiani

Mentre sull’abbattimento dei due jet indiani, risulta che uno dei velivoli colpiti sia precipitato nella parte pachistana del Kashmir e l'altro sul territorio indiano della regione himalayana. Le forze armate pachistane hanno confermato l’accaduto, ma al momento manca un commento da parte indiana. Dall’India arriva però la notizia che un velivolo dell'aviazione militare è caduto qualche ora fa nel distretto di Bugdam, sempre in Kashmir, provocando la morte di due persone. Ancora da chiarire se si tratti di un aereo o di un elicottero. Anche a seguito di questo incidente, e per l'escalation degli scontri tra l'esercito indiano e quello pachistano, gli aeroporti di Srinagar, Jammu e Leh sono stati chiusi al traffico civile.

India e Pakistan: 70 anni di tensioni e contesa per il Kashmir

La tensione tra India e Pakistan torna dunque a livelli preoccupanti, come ciclicamente accade da quasi 70 anni. E il principale nodo della contesa è sempre lo stesso: il Kashmir, lo Stato a maggioranza musulmana di cui entrambi i Paesi amministrano una parte. Nel 1947, all'epoca della divisione dell'ex impero britannico in due Stati, India e Pakistan, il Maharaja del Kashmir scelse di stare con l'India, anche se la maggioranza degli abitanti era musulmana. Il Pakistan contestò da subito quella decisione, e il primo conflitto scoppiò già nel 1948. Da allora, i due Paesi si sono fronteggiati in tre guerre, (nel 1948, nel 1965 e nel 1999), e in molti conflitti minori. Dal 1988, la popolazione del Kashmir indiano è insorta più volte contro il governo e contro la presenza delle forze speciali dell'esercito. È nato un movimento per l'autonomia spesso affiancato da azioni terroriste di gruppi estremisti. L'India, inoltre, accusa da sempre il Pakistan di fornire appoggio e logistica a questi gruppi. Ma non solo: la tensione tra gli eserciti schierati da entrambi i Paesi lungo la cosiddetta linea di controllo sul confine è costante, e sfocia spesso in scontri a fuoco.

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