Meeting di 20 minuti e poi "social dinner" in vista delle discussioni di domani. Il tycoon: "Dichiarazione fine guerra? Vedremo". L'obiettivo di Washington è definire road map per denuclearizzazione. Pyongyang punta al ritiro dei militari americani dalla Corea del Sud
Ha preso il via ad Hanoi, in Vietnam, il secondo summit tra Donald Trump e Kim Jong-un. I due leader si sono incontrati all'hotel Sofitel Legend Metropole, stringendosi la mano. Dopo un faccia a faccia di una ventina di minuti, il presidente statunitense e il leader nordcoreano hanno cenato assieme, in una “social dinner” aperta ai più stretti collaboratori della durata di un'ora e 35 minuti. Il progresso "più grande" nelle relazioni Usa-Corea del Nord è stata la "nostra relazione", ha dichiarato Trump, definendo il rapporto con Kim come "una relazione speciale". I due appuntamenti di oggi puntavano a creare un clima cordiale e favorevole al fine di poter affrontare nei prossimi giorni i temi più delicati. Domani si saprà se le due ore vis-a-vis saranno state sufficienti per far avanzare i negoziati sui dossier pesanti: dalla denuclearizzazione ai rapporti bilaterali e alla pace duratura. Trump ha risposto con un "vedremo" alla domanda se ci sarà la "dichiarazione di fine guerra" di Corea del 1950-53, di cui si è parlato nei giorni scorsi come ipotesi ventilata da Seul per la distensione dei rapporti bilaterali. Non ci sarebbero effetti legali, non essendo un trattato di pace, ma avrebbe di sicuro un forte impatto simbolico (LE FOTO DEI PREPARATIVI).
Scambi cordiali nel corso della cena
Alla cena, nella delegazione del tycoon erano presenti il segretario di Stato Mike Pompeo e il chief of staff reggente Mick Mulvaney, ma non il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, un "falco" finito nel mirino di Pyongyang per il suo richiamo alla denuclearizzazione del Nord sul modello libico. Kim è stato accompagnato dal "braccio destro" Kim Yong-chol, ex generale ed ex numero uno dei servizi segreti militari, e dal ministro degli Esteri Ri Yong-ho. Trump e Kim hanno avuto subito un approccio molto cordiale tra strette di mano, sorrisi e pacche su braccia e spalle, "contatti fisici" già rodati nel primo summit a Singapore. Uno scenario di cordialità ampliato quando i leader si sono seduti. "Penso si arriverà a una situazione davvero meravigliosa a lungo termine", ha rilevato Trump sedendosi, avendo accanto Kim. Che, per tutta risposta, ha replicato rivolgendosi al tycoon osservando di "essere fiducioso di raggiungere i grandi risultati ai quali ognuno darò il benvenuto". Polemiche intanto per la decisione della Casa Bianca di ridurre a un solo giornalista della carta stampata - Vivian Salama del Wall Street Journal – la possibilità di seguire l’incontro.
Trump: Corea del Nord ha potenziale "imponente"
Poche ore prima dell’incontro il presidente americano ha fatto sapere che vede un potenziale economico nordcoreano ”imponente" se il Paese abbandonasse i piani sulle armi nucleari. E, su Twitter, il tycoon ha spiegato: il “Vietnam sta prosperando come pochi posti al mondo. La Corea del Nord potrebbe essere lo stesso e molto velocemente se decidesse di denuclearizzare". I numeri indicano che il Vietnam ha un tasso di crescita superiore al 6% all'anno. E l'interscambio commerciale tra Hanoi e Washington ha raggiunto volumi impensabili: esportazioni arrivate a 214,3 miliardi di dollari e importazioni a 211,5 miliard. Da Pyongyang, intanto, trapela che Kim Jong-un dopo l’incontro con Trump resterà proprio in Vietnam per altri due giorni, l'1 e il 2 marzo, seguendo la formula della "visita ufficiale di amicizia”, come riferisce la Kcna.
Cosa ci si aspetta dal secondo summit Trump-Kim
Trump, in questo secondo incontro, punta a risultati concreti su quattro priorità indicate nella dichiarazione siglata dei due leader lo scorso giugno a Singapore, in occasione del loro primo faccia a faccia: “La trasformazione delle relazioni" tra Washington e Pyongyang, "la creazione di un regime di pace permanente nella penisola coreana", "la denuclearizzazione della penisola coreana", "il rimpatrio dei caduti e dei dispersi americani della Guerra di Corea". Kim aveva promesso di smantellare la centrale di Yongbyon, ma non lo ha fatto, mentre il sito di Punggye-ri sembra sia parzialmente crollato da solo. L'unico risultato concreto che Trump può rivendicare è quindi lo stop ai test missilistici della Corea del Nord.
Le richieste di Usa e Corea del Nord
Al vertice fra i due leader si lavora da tempo: rappresentanti di Washington e Pyongyang sono volati in Vietnam all'inizio della settimana per stilare una bozza della dichiarazione finale. Uno dei potenziali risultati è che Kim approvi l'ingresso di ispettori nei suoi siti nucleari o che acconsenta a chiudere il suo centro di ricerca sull’atomica. L'aspettativa minima degli americani è che venga definita una road map per la denuclearizzazione. Trump dovrebbe a sua volta mettere sul piatto la ripresa delle relazioni diplomatiche. Il presidente americano punta a una dichiarazione politica comune che sancisca la fine della guerra coreana del 1950-1953, mai proclamata formalmente. Kim invece chiede il ritiro dei militari americani dalla Corea del Sud o, quantomeno, una riduzione del contingente.