Venezuela, i media: "Avvelenato un deputato dell'opposizione: è grave"

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A sinistra, il deputato di opposizione Freddy Superlano. A destra, scontri al confine con la Colombia

Freddy Superlano si è sentito male in un ristorante di Cucuta, città vicino al confine con la Colombia. Suo cugino, che era insieme a lui, è morto. Dopo la repressione dei militari per bloccare gli aiuti umanitari, Guaidó ha detto: "Valutare ogni opzione contro Maduro"

Il parlamentare venezuelano Freddy Superlano, membro del partito di opposizione di Juan Guaidó, è stato avvelenato in un ristorante di Cúcuta, in Colombia, ed è stato ricoverato in ospedale in condizioni gravi ma stabili. Suo cugino, Carlos José Salinas, che era insieme a lui, è morto. I due si trovavano nella città di confine per cercare di fare entrare gli aiuti umanitari in Venezuela. A riportarlo è il sito del quotidiano El Nacional. Guaidó, intanto, afferma che chiederà alla comunità internazionale di mantenere "tutte le opzioni aperte" nella lotta per cacciare il presidente Nicolas Maduro.

Caos al confine con la Colombia, aiuti incendiati e morti

L'appello di Guaidó è arrivato dopo una turbolenta giornata in cui la campagna di aiuti umanitari, sostenuta dagli Stati Uniti, da inviare in Venezuela ha incontrato la repressione delle forze di sicurezza fedeli a Maduro sul confine con la Colombia. Secondo la ong Foro Penal, ci sarebbero almeno quattro persone morte, mentre altre fonti parlano di 2 vittime. Centinaia sarebbero invece i feriti. I primi camion carichi di aiuti umanitari sono entrati in Venezuela attraverso il Brasile, ma almeno altri tre sarebbero stati bruciati dalla Polizia nazionale bolivariana. Una nave con 200 tonnellate di aiuti, proveniente da Porto Rico, è stata costretta a fermarsi dopo che la Marina venezuelana ha minacciato di aprire il fuoco.

Guaidó: "Valutare ogni opzione contro Maduro"

La situazione in Venezuela intanto resta drammatica. I "colectivos" (gruppi irregolari chavisti) fedeli al presidente hanno sparato vicino al confine con il Brasile, causando decine di feriti oltre alle vittime. Guaidó, che ieri aveva attraversato il confine colombiano, aveva annunciato in mattinata l'inizio dell'operazione coordinata per l'ingresso degli aiuti umanitari depositati in Brasile, Colombia e Curazao dai Paesi che hanno risposto alla sua richiesta di assistenza. Poche ore dopo, però, lo stesso Guaidó ha ammesso che "solo una parte" dell'assistenza è riuscita ad entrare in Venezuela. Dopo le violenze lungo la frontiera e la rottura delle relazioni diplomatiche con la Colombia, l'autoproclamato presidente ad interim ha twittato: "Gli eventi di oggi mi hanno obbligato a prendere una decisione: proporre in modo formale alla comunità internazionale di mantenere tutte le opzioni disponibili per liberare questo Paese, che lotta e continuerà a lottare". Domani, lunedì 25 febbraio, a Bogotà, alla riunione del Gruppo di Lima parteciperà il vicepresidente Usa Mike Pence, che nell'occasione incontrerà proprio Guaidò.

Le reazioni della comunità internazionale

Nel frattempo, il segretario di Stato Mike Pompeo ha usato toni minacciosi contro Maduro che ha definito "un tiranno pazzo". Su Twitter ha scritto che "gli Stati Uniti agiranno contro coloro che si oppongono al pacifico ripristino della democrazia in Venezuela". Pompeo ha poi definito "brutali" forze di sicurezza fedeli al presidente Maduro e ha parlato del coinvolgimento di agenti cubani nella repressione dei dissidenti venezuelani. Anche dal Brasile di Jair Bolsonaro è arrivata una nota durissima: "L'uso della forza contro il popolo venezuelano definisce in modo definitivo il carattere criminale del regime di Maduro". Sul fronte italiano, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, ha espresso "il più sentito cordoglio ai familiari delle vittime delle violenze alla frontiera del Venezuela" e ha affermato che, "insieme agli altri Stati Ue, l'Italia chiede la cessazione delle violenze e l'immediata distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione venezuelana". Una ferma condanna di Maduro è arrivata anche dall'Ue che con l'Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, ha espresso il "rifiuto dell'uso di gruppi armati irregolari per intimidire civili e legislatori che si sono mobilitati per fornire aiuti".

Guterres: "Scioccato dalla morte di civili"

Sulla questione venezuelana è poi intervenuto anche il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres: "Sono scioccato e rattristato dalla morte di civili". E ha lanciato un appello alla "calma" ad entrambe le parti: "Bisogna evitare una escalation a tutti i costi".

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