Venezuela, Guaidò: sconcerto per la posizione dell'Italia

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L’autoproclamatosi presidente ad interim, in una lettera al nostro Paese: “Non capiamo perché non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro e non chieda libere elezioni e lo sblocco degli aiuti umanitari”. E sottolinea “le profonde radici comuni”

“Con profondo sconcerto non comprendiamo le ragioni della posizione politica italiana”. Sono queste le parole che Juan Guaidó, presidente dell'Assemblea nazionale autoproclamatosi presidente ad interim del Venezuela (CHI È), ha affidato a una lettera indirizzata all’Italia. Nello stesso giorno, il leader dell’opposizione ha avuto un colloquio telefonico con il vicepremier italiano Matteo Salvini. Fonti del Viminale hanno definito la conversazione “cordiale”. Il ministro, hanno aggiunto, "ha confermato la dura presa di posizione nei confronti di Maduro" e il "pieno sostegno al percorso costituzionale per arrivare al più presto a elezioni libere".

“Non capiamo perché non prenda una posizione chiara”

Nella lettera, riferendosi all’Italia, Guaidó scrive: “Non capiamo perché il Paese europeo, a noi più vicino, non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro (CHI È) e non chieda, con forza, libere elezioni, sotto l’egida della comunità internazionale, e lo sblocco degli aiuti umanitari”. Il politico sottolinea come “59 Paesi nel mondo e il Parlamento europeo hanno riconosciuto l’Assemblea nazionale e quindi la mia persona quale presidente provvisorio del Paese, con il preciso e limitato compito di portare il Venezuela, al più presto, a libere e democratiche elezioni”. Ma “l’Italia – aggiunge – è uno dei pochi Paesi che non ha ancora riconosciuto questo percorso”. Guaidó si dice sicuro che “il popolo italiano è dalla nostra parte, dalla parte della democrazia, della libertà e della giustizia”. E aggiunge: “Abbiamo bisogno del sostegno italiano, abbiamo bisogno che l’Italia sia al nostro fianco”.

“Il Venezuela e l’Italia hanno profonde radici comuni”

La lettera è stata diffusa dalla delegazione venezuelana che si trova a Roma. Guaidó, in essa, sottolinea anche come “il Venezuela e l’Italia hanno profonde radici comuni”. “I venezuelani – dice – sentono gli italiani come fratelli, da sempre. Oltre due milioni di venezuelani portano orgogliosamente cognomi italiani. Una comunità numerosa che guarda all’Italia come un punto di riferimento. Molti di noi sono anche cittadini italiani”.

“Non abbiamo cibo e medicine”

Il politico venezuelano parla anche della situazione nel Paese. “In questi anni – scrive – il regime dittatoriale e violento di Maduro ha portato il Paese ad una crisi economica e democratica senza precedenti. Non abbiamo cibo per sfamare i più poveri, gli anziani, le donne e bambini. Non abbiamo medicine per curare i nostri malati, la nostra moneta perde valore, di giorno in giorno. Stiamo vivendo una catastrofe umanitaria senza precedenti, a causa di un governo illegittimo e non riconosciuto dalla comunità internazionale”. È per queste ragioni, scrive Guaidó, che “milioni di venezuelani scendono nelle piazze a manifestare pacificamente da diversi mesi. Una protesta democratica e non violenta per chiedere libere elezioni. Per chiedere lo sblocco degli aiuti umanitari, fermi alle nostre frontiere per volontà di Maduro e del suo esercito”.

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