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Venezuela, Guaidò: “In piazza per appello a militari”. Telefonata con Salvini

Mondo
Getty Images

Il presidente autoproclamato convoca manifestazione per il 12 febbraio per chiedere all'esercito di lasciare entrare aiuti umanitari nel Paese. Telefonata "cordiale" con Salvini. Maduro lancia esercitazioni militari di 6 giorni: "Dobbiamo difendere diritto alla pace"

Juan Guaidó chiama di nuovo alla piazza: l'autoproclamatosi presidente ad interim del Venezuela ha chiesto ai suoi sostenitori di manifestare domani, per chiedere ai militari di lasciare entrare gli aiuti umanitari nel Paese. Nicolas Madur, però, non cede e a sua volta lancia un appello al popolo, perché si unisca ai militari per la "difesa della sovranità". Intanto, Salvini ha ricevuto al Viminale una delegazione venezuelana e ha sentito Guaidò al telefono.

Telefonata "cordiale" tra Guaidò e Salvini

Quella tra il vicepremier italiano e il politico venezuelano, ha fatto sapere il Viminale, è stata una telefonata "cordiale". Salvini "ha confermato la dura presa di posizione nei confronti di Maduro" e il "pieno sostegno al percorso costituzionale per arrivare al più presto a elezioni libere". Il vicepremier ha anche assicurato la "massima attenzione affinché venga salvaguardata l'incolumità di Guaidò e della sua famiglia in questa fase delicata". I venezuelani che facevano parte della delegazione, ha spiegato il Viminale, "hanno espresso riconoscenza a Salvini per la vicinanza e solidarietà dimostrate e l'attenzione per risolvere l'attuale crisi umanitaria che sta colpendo tutti i venezuelani e più di 100mila italiani che vivono in Venezuela".

Guaidó: "Ci mobiliteremo". Maduro avvia esercitazioni militari

Nel Paese la crisi stenta a risolversi. Guaidó ha chiesto ai venezuelani di scendere in piazza il 12 febbraio in occasione del 'Giorno della gioventù', per inviare un messaggio alla Forza armata. In un tweet il leader dell’opposizione ha sottolineato che "ci mobiliteremo in tutto il Paese per ottenere l'ingresso degli aiuti umanitari che permettano di far fronte alla crisi". Dall’altra parte, Maduro ha avviato ieri nello stato di Miranda le esercitazioni militari denominate 'Bicentenario de Angostura', da lui definite "le più grandi della nostra storia", che dureranno fino al 15 febbraio.

Manovre militari di 6 giorni

Obiettivo delle manovre volute da Maduro, ha segnalato il comando della Forza armata nazionale bolivariana (Fanb), è esaltare le capacità operative e tecniche a disposizione nel momento in cui il presidente denuncia che il Paese affronta "un colpo di Stato" da parte degli Stati Uniti che vogliono "invaderlo militarmente". Poi l’appello di Maduro a tutti i Venezuelani perché si uniscano con i militari "di fronte alle minacce a cui deve far fronte il Paese". Il capo dello Stato, riferisce l'agenzia di stampa Avn, ha formulato la sua richiesta dopo aver assistito proprio all'inizio delle esercitazioni militari nazionali. "Chiamo le donne, la gioventù, gli uomini a entrare a far parte di questo piano nazionale integrale di difesa della sovranità e della pace, come amore per il Paese, e affinché questo amore si converta in azione. Dobbiamo difendere - ha concluso - il diritto alla pace".

Onu, Usa e Russia presentano risoluzioni rivali

La situazione in Venezuela crea tensioni anche al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Tra Usa e Russia, infatti, è braccio di ferro e le due potenze hanno presentato bozze di risoluzioni rivali. Il primo testo arrivato è quello degli Usa - hanno spiegato fonti diplomatiche - in cui si chiede la consegna di aiuti internazionali e l'organizzazione di elezioni presidenziali. Sottolineando la "profonda preoccupazione per la violenza e l'uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza venezuelane contro manifestanti disarmati e pacifici", gli Usa esprimono il loro "pieno sostegno all'Assemblea nazionale come unica istituzione democraticamente eletta". Mosca ha presentato una bozza alternativa, esprimendo preoccupazione per l'integrità territoriale e l'indipendenza politica del Paese. E criticando ogni "tentativo di intervenire su questioni che rientrano essenzialmente nella giurisdizione interna". Per ora non è stata fissata alcuna data per un voto sulla bozza americana e i negoziati procedono, anche se fonti diplomatiche affermano che probabilmente la Russia utilizzerà il potere di veto per bloccare il testo Usa.

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