Alarm Phone aveva segnalato l’imbarcazione in difficoltà nel Mediterraneo: “ A bordo ci sono anche 50-60 donne e 30 bambini”. Mediterrranea Saving Humans ha chiesto l’intervento della Marina italiana e della guardia costiera maltese. Poi l'intervento da Tripoli
Circa 100 migranti, alla deriva nel Mediterraneo a bordo di un’imbarcazione, sono stati soccorsi e salvati da una motovedetta della guardia costiera libica. A lanciare l’allarme era stata Alarm Phone, il servizio telefonico al quale si rivolgono le imbarcazioni in difficoltà nel mar Mediterraneo. Secondo quanto si apprende da fonti italiane, la guardia costiera di Tripoli ha assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso, in quanto l'imbarcazione si trovava nell'area Sar di sua competenza, e ha inviato un mezzo nell’area. "Gommone con 100 immigrati individuato e recuperato dalla guardia costiera libica. Tutti salvi, tutti tornati da dove erano partiti. Bene”, ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Il tweet di Alarm Phone
"Urgente! 150 vite in pericolo”, aveva scritto Alarm Phone su Twitter intorno alle 13 di oggi. ”Alarm Phone - si legge in un altro tweet - è stato contattato da una barca proveniente da Khoms/Libia. Dicono che a bordo ci sono anche 50-60 donne e 30 bambini. Ci sono persone malate e donne incinte. Il motore ha smesso di funzionare. Non ci sono soccorsi in vista. Le autorità di Italia e Malta sono state informate attorno a mezzogiorno”. Intorno alle 15 di oggi Alarm Phone ha aggiunto: "Abbiamo perso contatto e non siamo più in grado di comunicare con le persone a bordo. Le autorità italiane hanno ancora una volta rifiutato di assumersi responsabilità e hanno informato la Guardia costiera libica. Noi temiamo che i migranti siano ora ricondotti negli orribili campi di detenzione in Libia”. Poi è arrivato l’intervento da Tripoli.
L’allarme di Mediterranea Saving Humans
Anche Mediterranea Saving Humans, la piattaforma delle associazioni italiane che con la nave “Mare Jonio” si alterna nel Mediterraneo con le navi delle ong Proactiva Open Arms e Sea Watch, aveva chiesto "l'immediato intervento degli assetti della Marina militare e della Guardia costiera italiane e maltesi”. Secondo Mediterranea Saving Humans “aver svuotato il mare delle navi della società civile non significa in alcun modo avere fermato le partenze, come in mala fede continua ad essere ripetuto dal governo italiano, impegnato soltanto nella sua guerra contro chi salva le vite umane. Significa, invece, condannare a morte persone in fuga dall'inferno libico ed eliminare testimoni dei naufragi”.