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Venezuela: divergenze M5S-Lega su Maduro. Europarlamento: Guaidó presidente legittimo

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Approvata con 439 sì, 104 no e 88 astensioni la risoluzione con cui i deputati europei ribadiscono il sostegno al leader dell'opposizione autoproclamatosi presidente. Di Stefano: "M5S per principio di non ingerenza". Picchi: "Lega considera presidenza Maduro terminata"

Juan Guaidó (CHI È)  incassa un altro sostegno importante a livello internazionale: il Parlamento europeo lo ha riconosciuto come leader legittimo del Venezuela. L'Italia, invece, rimane un passo indietro e tra i sottosegretari di Lega e M5S ci sono posizioni diverse. "Non riconosciamo Guaidò, non vogliamo un'altra Libia", ha detto il sottosegretario agli Esteri pentastellato Manlio Di Stefano. "La Lega considera la presidenza Maduro terminata", ha invece dichiarato il collega del Carroccio Guglielmo Picchi. A Strasburgo, comunque, M5S e Lega si sono astenuti, certificando la linea prudente di Roma nel giorno in cui Parigi ha lanciato un nuovo ultimatum a Nicolas Maduro, affiancata da Madrid, Berlino e Londra. 

Il primo formale sostegno europeo a Guaidò 

Dall'Eurocamera è arrivato il primo formale sostegno europeo, anche se non vincolante, al presidente del parlamento venezuelano autoproclamatosi capo dell'esecutivo contro Maduro. In una miniplenaria, gli europarlamentari hanno dato il via libera ad una risoluzione (439 sì, 104 no e 88 astensioni) in cui hanno esortato gli Stati membri a riconoscere Guaidò fino a quando non saranno indette nuove elezioni presidenziali. Anche i ministri degli Esteri europei, riuniti a Bucarest, si sono mossi: l'Alto rappresentante Federica Mogherini ha annunciato che l'Ue vuole coordinare un gruppo di contatto internazionale per facilitare l'approdo a un nuovo voto in Venezuela. Nicolas Maduro (CHI È), però, continua a respingere la richiesta da parte dei Paesi europei e degli Stati Uniti di convocare elezioni presidenziali anticipate, anche se ribadisce la sua disponibilità a negoziare con l'opposizione e apre alla possibilità di elezioni politiche anticipate come "soluzione attraverso il voto popolare” della crisi.

"Pieno sostegno all'Assemblea nazionale"

Con la risoluzione, i deputati Ue hanno ribadito il loro pieno sostegno all'Assemblea nazionale, definito l'unico organo democratico legittimo del Venezuela, i cui poteri devono essere ripristinati e rispettati, comprese le prerogative e la sicurezza dei suoi membri. Dopo il riconoscimento del presidente ad interim, l'Ue e i suoi Stati membri dovrebbero riconoscere i rappresentanti nominati dalle autorità legittime, ha aggiunto il Parlamento europeo.

Condanna alla repressione e alle violenze

I deputati hanno condannato inoltre la feroce repressione e la violenza, che hanno provocato vittime, e chiesto alle autorità venezuelane de facto di far cessare tutte le violazioni dei diritti umani e far sì che i responsabili siano chiamati a renderne conto. A questo proposito, hanno sostenuto la richiesta del Segretario generale delle Nazioni Unite di condurre un'indagine indipendente e completa sulle uccisioni perpetrate.

Posizioni diverse per Lega e M5S

Nell'Ue il fronte anti-Maduro è guidato da un'avanguardia di quattro Paesi (Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna), che per primi gli hanno dato un ultimatum la settimana scorsa: otto giorni per convocare elezioni presidenziali. In questo schieramento l'Italia continua a chiamarsi fuori. Sono soprattutto i 5 Stelle ad opporsi e nel governo lo ha sostenuto chiaramente il sottosegretario Di Stefano: "L'Italia - ha affermato - non riconosce Guaidò perché siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un altro Paese". Anche la Lega a Strasburgo si è astenuta su Guaidò, sebbene in serata il sottosegretario agli Esteri Guglielmo Picchi abbia chiarito che per il Carroccio "la presidenza Maduro è terminata". I leghisti vogliono la convocazione di nuove elezioni con la garanzia di osservatori indipendenti ma - è il ragionamento che si raccoglie da fonti del partito - riconoscere ora il leader dell'opposizione potrebbe aggravare la situazione interna, con rischi per i nostri connazionali.

La partita interna tra Guaidò e Maduro

Posizione italiana a parte, a Caracas Guaidò ha ringraziato l'Europarlamento per il sostegno, in un colloquio con il presidente Antonio Tajani. Ma in casa il leader dell'opposizione deve affrontare una partita molto delicata. Lui stesso ha denunciato che le forze speciali fedeli a Maduro sono entrate in casa sua, per cercare la moglie, costringendolo ad interrompere la presentazione del programma dell'opposizione. "Cercano di impaurirci, ma non ce la faranno", ha assicurato Guaidò, anche se questo blitz dimostra quanto sia vitale assicurarsi il sostegno delle forze armate. L'autoproclamato presidente ha confermato di aver avuto "incontri clandestini con membri delle forze armate e delle forze di sicurezza". Guaidò, oltre ad avere il sostegno di oltre 60 Paesi, sente di avere anche la fiducia della maggioranza della popolazione. "A Maduro resta poco tempo", ha assicurato. E ha ripetuto la sua road map in tre punti: "Fine dell'usurpazione, governo di transizione ed elezioni libere" al massimo entro un anno. Maduro però continua a tenere il punto, a parte la concessione di elezioni politiche. Il suo governo ha rilanciato le accuse di una "cospirazione internazionale", che sarebbe dovuta culminare con l'assassinio del presidente, con il coinvolgimento della Cia, "sicari colombiani" e dell'opposizione in esilio.

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