Spagna, bimbo nel pozzo: al minimo le speranze di trovarlo vivo

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Foto: Ansa

Dopo cinque giorni, sono sempre più ridotte le possibilità di trovare in vita il piccolo Julen a causa delle complicazioni nelle operazioni di salvataggio. Sospeso il tentativo di realizzazione di un tunnel orizzontale, si proverà con due perforazioni verticali

Sono ormai ridotte al minimo le speranze di ritrovare vivo il piccolo Julen, il bimbo di due anni caduto in un pozzo in Spagna, vicino a Malaga, domenica 13 gennaio (FOTO). Proseguono lentamente le difficili operazioni di salvataggio, rese ancora più complicate dall’instabilità del terreno e dal peso dei macchinari con i quali si tenta di realizzare perforazioni alternative per arrivare al punto dove si pensa si trovi il bambino (GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI).

Si prova con due tunnel verticali

In un primo momento, si era pensato di realizzare un tunnel orizzontale al pozzo di prospezione, profondo 110 metri e largo poco più di venti centimetri in cui è precipitato Julen. Un tentativo sospeso a causa dell’orografia particolare del luogo che non consente questo tipo di operazione. Secondo quanto ha comunicato oggi, 18 gennaio, ai media Angel Garcia, il rappresentante dell'Ordine dei Minatori di Malaga, la nuova previsione è "di procedere con la perforazione del primo di due condotti verticali e paralleli al pozzo di prospezione, per provare a raggiungere il bambino attraverso piccole gallerie orizzontali". Il portavoce non ha escluso che il salvataggio non possa essere portato a termine prima di lunedì ma ha aggiunto che si procederà prima con un tunnel poi con l'altro: impossibile che vengano realizzati contemporaneamente. Come riporta El Mundo: "Ci sono più di cento persone che stanno lavorando per salvare il bambino, l’obiettivo è quello di effettuare il minor numero possibile di spostamenti", fanno sapere da Malaga.

Le speranze di trovarlo in vita

A tenere accese le speranze dei genitori e di tutta la comunità di Totalán, che in questi giorni si è stretta attorno al piccolo Julen, è la possibilità che il bambino si trovi in una cosiddetta bolla d’aria e che quindi riesca a respirare nonostante il tappo di terra che impedisce ai soccorritori di individuarlo. Fallito il tentativo di aspirare fuori questa terra e fallito anche il tentativo di arrivare al piccolo attraverso tunnel orizzontali, rimangono minime le possibilità che si raggiunga il bimbo in tempi brevi. "Finora sono stati estratti dalla collinetta migliaia di metri cubi di terra", hanno fatto sapere i soccorritori, che adesso temono sia per possibili frane sia per le possibili piogge previste nei prossimi giorni e che rallenterebbero di molto le operazioni di recupero.

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