Le restrizioni dopo l’uscita dall’Ue sono contenute nel libro bianco sull’immigrazione che il governo britannico si appresta a presentare. I lavoratori altamente specializzati avranno invece un permesso di 5 anni. Intanto l'Ue presenta il piano in caso di no deal
I visti di lavoro temporanei in Gran Bretagna saranno limitati a un anno. Per i lavoratori altamente specializzati, che dimostreranno un salario garantito di minimo, che potrebbe essere di 30mila sterline all'anno, la durata del visto sarà invece di 5 anni. Sono queste le restrizioni per gli ingressi nel Regno Unito da parte di cittadini dell'Ue dopo la Brexit, stando alle indicazioni contenute nel libro bianco sull'immigrazione post-Brexit. Intanto la Commissione europea ha presentato oggi il suo "piano d'emergenza" nel caso in cui si arrivasse a una "hard Brexit", ovvero all'uscita della Gran Bretagna dall'Ue senza la ratifica dell'accordo raggiunto tra le due parti.
In discussione la soglia di 30mila sterline
Per quanto riguarda i permessi di lavoro, la soglia minima di 30mila sterline come salario annuale per i cittadini Ue che vorranno entrare nel Regno Unito dopo la Brexit con un visto di lavoro specializzato è "oggetto di ulteriore discussione", ha detto il segretario agli Interni Sajid Javid. "Non fisseremo oggi la soglia precisa - ha specificato -. Ce ne sarà una ma è importante consultare le aziende per trovare quella giusta".
Nessuna preferenza per i cittadini dell'Ue
Le proposte contenute nel libro bianco sull'immigrazione post-Brexit sono state elaborate in seguito alle raccomandazioni formulate dal Comitato consultivo per la migrazione all'inizio di quest'anno. Il Comitato ha suggerito che i cittadini dell'Ue non abbiano alcuna preferenza rispetto a quelli provenienti da Paesi al di fuori del blocco. I dettagli delle proposte del governo saranno pubblicati oggi, 100 giorni prima del 29 marzo, giorno in cui il Regno Unito lascerà l'Ue (BREXIT, LE TAPPE). Javid ha dichiarato: "Stiamo fornendo istruzioni chiare per ottenere il controllo dei nostri confini e introdurremo un nuovo sistema che funzioni nell'interesse del popolo britannico. Sarà un sistema di immigrazione unico, basato sulle competenze, costruito attorno al talento e alla competenza che le persone possono portare, piuttosto che da dove provengono, massimizzando i benefici dell'immigrazione e dimostrando che il Regno Unito è aperto alle imprese".
Limite di 100mila immigrati all'anno
Un secco "sì" è stata la risposta della premier britannica Theresa May ad un deputato laburista che ai Comuni le chiedeva se l'impegno garantito dal governo conservatore di portare il limite degli ingressi di immigrati sotto i 100mila annui fosse da considerarsi confermato. Diversi media hanno segnalato che precedentemente in risposta da una simile domanda, Javid era stato evasivo.
Il piano Ue in caso di "no deal"
Nel frattempo, l'Ue si muove presentando gli interventi normativi necessari in caso di "no deal", ovvero di uscita della Gb senza l'entrata in vigore dell'accordo raggiunto ma non ancora ratificato da Londra. Si tratta di 14 misure, ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, destinate a "contenere i danni" e riguardanti molti aspetti cruciali dei rapporti tra Gb e l'Ue, in particolare per il funzionamento dei servizi finanziari, del trasporto aereo e di quello terrestre e delle dogane.
May: "Cambia poco per cittadini europei residenti in Uk"
Da Londra, la premier Theresa May fa comunque sapere che anche nel caso di "no deal", i cittadini europei residenti nel Regno Unito da prima del 29 marzo 2019, avranno la possibilità di rimanere nel Paese con accesso ai servizi immutato nelle grandi linee. "La speranza è che i paesi Ue facciano lo stesso", ha detto la stessa premier britannica rispondendo a domande di un deputato Tory a Westminster.