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Attentato Strasburgo, il killer avrebbe agito come “vendetta per fratelli siriani”

Mondo

Cherif Chekatt, il presunto attentatore, avrebbe detto al tassista che l’ha portato dopo l’attacco di aver "ucciso per vendicare i morti" in Siria. Ora è ricercato in tutta Europa: secondo fonti investigative potrebbe essere in Germania

Cherif Chekatt, il presunto attentatore di Strasburgo (CHI È), avrebbe detto di aver "ucciso per vendicare i fratelli morti" in Siria. La notizia è rivelata dal quotidiano Le Parisien, che cita una testimonianza del conducente del taxi su cui il terrorista, già schedato con la Fiche S (COSA SIGNIFICA) è fuggito dopo aver compiuto la strage al mercatino di Natale della città francese (LE FOTO - LE TESTIMONIANZE). Sempre secondo il giornale, Chekatt ha lasciato libero il tassista solo dopo che questi si è professato "musulmano praticante" e rispettoso della "preghiera".

Le indagini su Cherif

Sempre secondo Le Parisien, durante la perquisizione in casa sua, i gendarmi hanno trovato dei lacci in plastica (gli inquirenti hanno ipotizzato che potessero servire per rapine in abitazioni), oltre ad un'arma calibro 22, munizioni, coltelli e una granata. Sul posto, nessuna traccia di affiliazione ad una organizzazione estremistica, come bandiere dell’Isis o materiale di propaganda. Sono stati sequestrati alcuni scritti in arabo, attualmente in corso di analisi, precisa Le Parisien, aggiungendo che il “modus operandi” del killer non lascia dubbi sulla natura terrorista del suo gesto. Gli esami medici e la videosorveglianza mostrano che ha colpito volontariamente le sue vittime alla testa o alla nuca con un revolver di calibro 8 di vecchia fattura. Mentre sarebbero almeno quattro le persone pugnalate.

Caccia all’uomo

Cherif Chekatt è ricercato in tutta Europa, e secondo fonti investigative potrebbe essere in Germania dove avrebbe contatti e appoggi. Al momento il bilancio della strage è di due morti e una terza persona si trova in stato di morte cerebrale. I feriti sono 16, sei gravissimi. Fra loro c'è il giornalista italiano Antonio Megalizzi, in coma ma non operabile.

Strasburgo vuole ripartire

Il giorno dopo l’attentato Strasburgo era una città semideserta. Stamattina invece la città sembra voler ripartire: molti negozi hanno riaperto dopo aver tenuto le serrande abbassate per tutta la giornata di ieri. I tram sono di nuovo pieni di studenti e lavoratori diretti verso la scuola o l’ufficio. "Sono stati giorni orribili - dice un ragazzo prima di entrare al liceo - ma ora bisogna ricominciare". Le luminarie natalizie sono state spente nella notte in segno di lutto "ma oggi bisogna ripartire", spiega Pierre Bardet, il direttore generale delle vetrine cittadine, la persona che si occupa di tutte le luci natalizie, “non bisogna dare ragione ai terroristi, bisogna che Strasburgo viva e che tutti vivano".

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