Il commissario Ue ha parlato di fronte al Parlamento di Parigi e ha comunque ribadito di voler trovare una soluzione insieme all’Italia. Secondo Moscovici, è “necessario rispettare le regole”. Il vicepremier: "Il popolo di italiani non è popolo di accattoni"
Con l'Italia "possiamo avere un accordo sulle regole, avvicinarci a queste regole, ma non può esserci una trattativa da mercanti di tappeti". Questo il giudizio espresso dal commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, intervenendo dinanzi ai deputati della commissione per gli Affari europei all'Assemblea Nazionale di Parigi. Ma il vicepremier Matteo Salvini non ci sta: "Il popolo italiano non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua ad insultare l'Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta, la pazienza è finita", dice Salvini replicando alle critiche alla manovra del commissario europeo per gli affari economici. Moscovici, il giorno dopo la nuova bocciatura della manovra italiana da parte della Commissione Ue e il possibile avvio della procedura di infrazione, ha comunque invocato il dialogo. “Sull'Italia ho una parola d'ordine che in questo momento non è né formale né fittizia: in questo momento il dialogo con l'Italia è più necessario che mai”, ha detto Moscovici.
La metafora del tennis
Per chiarire la propria opinione sulla manovra italiana e la mancanza di aperture del governo Conte, Moscovici ha utilizzato una metafora: "Nel tennis quando la pallina cade sulla linea, magari leggermente all'esterno, un arbitro indulgente può considerare che hai segnato il punto (…) Ma se lanci la pallina sugli spalti, non c'è arbitro che possa accettare il punto". Oggi, con l'Italia, "la pallina è sugli spalti, e la Commissione è l'arbitro", ha detto il commissario Ue.
Moscovici: “Soluzione va trovata insieme”
In questo modo, Moscovici ha ribadito ulteriormente che un commissario non può non far rispettare le regole ma, allo stesso tempo, tenterà "fino all'ultimo" di trovare un accordo con Roma. "Questa - ha detto - è la profonda volontà della Commissione europea e del sottoscritto". "Possiamo trovare soluzioni soltanto insieme", ha spiegato, riconoscendo che la Francia "non è morta a causa della procedura per deficit eccessivo". Ma si tratta comunque di una "procedura in cui è meglio evitare di entrare". Anche perché "poi ti trovi in una traiettoria che impone misure correttive che hanno ovviamente un impatto sulla crescita e rappresentano un notevole sforzo per il Paese e la sua popolazione", ha concluso.