Facebook, Zuckerberg contro il Nyt: "False le accuse contro di noi"

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L'amministratore delegato e il suo braccio destro Sheryl Sandberg replicano all’inchiesta su Russiagate, Soros e privacy: "Segnalate le interferenze russe, mai commissionate campagne di fango, stiamo lavorando alla sicurezza del social"

"Dire che volevamo nascondere quello che sapevamo o ostacolare le indagini è assolutamente falso". Mark Zuckerberg, in una conference call con alcuni media, replica così alle accuse mosse dal New York Times a Facebook per la gestione delle crisi che il social network ha dovuto affrontare tra interferenze russe, contrasto alle fake news e tutela dei dati degli utenti. "Ho un incredibile rispetto per Soros”, aggiunge Zuckerberg, smentendo che Facebook aveva assunto una società di pubbliche relazioni, la Definers Public Affairs, per screditare il noto finanziere. Facebook ha detto di aver tagliato i legami con la Definers e che i vertici non avevano commissionato campagne di fango. Poi in una lunghissima nota, pubblicata proprio su Facebook, Zuckerberg annuncia che sta cambiando algoritmo per ridurre la diffusione di post borderline, che violano la policy del social network, ma ammette: “Ciò che vediamo è che, man mano che i contenuti si avvicinano alla linea di ciò che è proibito dai nostri standard di comunità, le persone sembrano essere maggiormente coinvolte”. Infine Zuckerberg promette che risolverà i problemi di sicurezza e di privacy (DA CAMBRIDGE ANALYTICA AL RUSSIAGATE: LE ACCUSE A FACEBOOK).

Sheryl Sandberg: “Segnalate le interferenze russe”

All’inchiesta del Nyt replica con un lungo post anche Sheryl Sandberg, chief operating officer, braccio destro di Zuckerberg. Quella sulle interferenze russe “era un’indagine su un attore straniero che cercava di interferire nelle nostre elezioni. Niente potrebbe essere più importante per me o per Facebook”. Sandberg scrive: “Mark ed io abbiamo detto molte volte che siamo stati troppo lenti. Ma dire che non eravamo interessati a conoscere la verità o che volevamo nascondere ciò che sapevamo o che abbiamo cercato di impedire le indagini è semplicemente falso”. E aggiunge: “Mark e io abbiamo entrambi dichiarato al Congresso, che ha preceduto le elezioni nel novembre 2016, di aver rilevato e affrontato le interferenze russe e abbiamo riferito ciò che abbiamo trovato alle forze dell’ordine”. Sandberg ammette però che “solo dopo le elezioni ci siamo resi conto delle diffuse campagne di disinformazione condotte dall’IRA (Internet Research Agency di San Pietroburgo)”. E da allora Facebook, sostiene Sandberg ha “iniziato a investire pesantemente in più persone e una tecnologia migliore per proteggere la nostra piattaforma”. Per Sandberg si sono “risultati positivi nelle elezioni midterm negli Stati Uniti in cui abbiamo trovato e abbattuto ulteriori tentativi di interferenza”.

La questione Definers e Soros

“Voglio anche affrontare la questione che è stata sollevata su una società di pubbliche relazioni, Definers”, si legge ancora nel post del ceo di Facebook. “Non lavoriamo più con loro, avevano anche importanti organizzazioni dietro di loro. Non sapevo di averli assunti o del lavoro che stavano facendo, ma avrei dovuto. Ho un grande rispetto per George Soros e le teorie cospirative antisemite contro di lui sono aberranti”. Secondo il New York Times, il social network si è rivolto alla  Definers Public Affairs, una società di Washington fondata da figure riconducibili al panorama repubblicano. Attraverso la Definers, sarebbe avvenuta la diffusione di contenuti  online, spesso denigatori nei confronti di altre compagnie come Apple e Google. Attenzione particolare, scrive il Nyt, è stata dedicata a George Soros: il magnate-filantropo, come affermano anche alcuni cronisti sollecitati dalla società di comunicazione, è stato accostato ad un "ampio movimento anti-Facebook" attraverso presunti rapporti finanziari con gruppi come 'Freedom from Facebook'.

“Stiamo investendo per eliminare gli abusi su Facebook”

“Su Facebook - chiude Sandberg - stiamo facendo gli investimenti di cui abbiamo bisogno per eliminare gli abusi nel nostro sistema e garantire che le cose belle che le persone amano di Facebook possano continuare a succedere. Non sarà facile. Ci vorrà del tempo. Questa missione è fondamentale e mi impegno a realizzarla”.

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