Il Paese è chiamato a esprimersi sull'abolizione della norma costituzionale che vieta qualunque forma di offesa alla religione. Gli ultimi sondaggi registrano un 51% di favorevoli. Si dovrà anche scegliere il nuovo presidente: attesa la conferma dell'uscente Higgins
Oggi, con un referendum, nel Paese si vota per abolire la vecchia norma costituzionale che vieta sull'isola qualunque forma di offesa alla religione. Gli ultimi sondaggi indicano un 51% di favorevoli, rispetto a un 19% di contrari e il resto di indecisi o disinteressati. La consultazione arriva dopo quella di maggio sulla fine delle restrizioni all'aborto - vinta dai 'sì' - e si tiene in contemporanea con il voto per l'elezione del presidente, per cui è attesa la conferma dell'uscente Michael Higgins che sfida altri cinque candidati.
La blasfemia in Irlanda
L’ultima condanna per blasfemia che si ricordi in Irlanda risale al 1855, quando la Repubblica non esisteva e l'isola era ancora sotto il tacco della dominazione della corona britannica. Il tema è però tornato al centro del dibattito 3 anni fa, quando la polizia locale ha aperto un fascicolo - archiviato poi in nulla - sull’attore comico Stephen Fry che in televisione non aveva esitato a definire Dio come "capriccioso", "cattivo" e "totalmente folle".
La parola 'blasfemo' nella Costituzione del 1937
Con il voto referendario, gli elettori potranno ora chiudere la questione cancellando dalla Costituzione repubblicana del 1937 unicamente la parola 'blasfemo' dall'articolo che recita: "La pubblicazione o propalazione di materiale blasfemo, sedizioso o indecente è un reato punibile secondo la legge". Come sostiene il Guardian, se il risultato dovesse portare alla depenalizzazione della blasfemia, sarebbe destinato a sancire una nuova conferma della "perdita d'influenza" in Irlanda della Chiesa cattolica. Da ricordare, però, che sul dossier specifico dell'abolizione del reato di blasfemia - appoggiata da quasi tutto l'arco politico nazionale e da ong quali Amnesty International o l'Irish Council for Civil Liberties - la Conferenza Episcopale irlandese non ha fatto alcuna crociata. Anzi, in una dichiarazione delle settimane scorse ha definito "largamente obsoleta" la norma costituzionale oggetto del referendum.