Germania, nella bufera il capo dei servizi Maassen
MondoIl presidente dell'Ufficio federale per la difesa della Costituzione, uno dei tre servizi d'intelligence tedeschi, è accusato di aver voluto sminuire le violenze targate estrema destra nei confronti di un migrante che si sono verificate lo scorso 26 agosto a Chemnitz
Il capo dei servizi tedeschi, Hans-Georg Maassen, è accusato di aver voluto "chiudere gli occhi" di fronte alle violenze targate estrema destra che si sono verificate lo scorso 26 agosto a Chemnitz, in Sassonia. Una parte degli scontri, infatti, sono stati ripresi in un video in cui si vedono alcuni militanti partecipare a una "caccia all'uomo" nei confronti di uno straniero, durante una manifestazione organizzata a seguito dell'omicidio di un falegname tedesco da parte di un rifugiato iracheno. Le immagini inizialmente erano state bollate come false dal presidente del Bfv, l'Ufficio federale per la difesa della Costituzione, uno dei tre servizi d'intelligence in Germania, che però si è smentito in un una relazione presentata al ministero degli Interni. Maassen ha sostenuto di "esser stato frainteso" ma, secondo quanto scrive il quotidiano Welt, il responsabile dei servizi aveva messo in dubbio l'autenticità del video ancor prima che gli esperti lo esaminassero.
Lars Klingbeil (Spd): "Non la passerà liscia"
Il dietrofront del capo degli 007 tedeschi ha suscitato numerose polemiche, tanto che Lars Klingbeil del Partito Socialdemocratico (Spd) ha annunciato che Maassen "non la passerà liscia". Nei giorni scorsi il capo dei servizi tedeschi aveva sposato la tesi del partito di destra Afd (Alternativa per la Germania), presente alla manifestazione di Chemnitz, sostenendo che il video "distraesse" l'opinione pubblica dal fatto preminente: l'omicidio di un cittadino tedesco. Posizione che è stata complicata ulteriormente dall'ammissione del leader di Alternative fuer Deutschland, Alexander Gauland, di aver incontrato personalmente tre volte il responsabile della sicurezza per parlare "in generale di valutazioni sulla sicurezza". Maassen il 12 settembre sarà ascoltato in merito alle sue dichiarazioni sul video al Bundestag in commissione Interni, l'organo parlamentare di controllo.
Frizioni anche con Angela Merkel
Subito dopo aver visto il video di Chemnitz, Angela Merkel non ha esitato a parlare di "caccia all'uomo", mentre il ministro degli Interni, Horst Seehofer, ha cercato di sostenere il capo dei servizi. Frizioni all'interno della maggioranza che non sono state ignorate dalle opposizioni che hanno immediatamente attaccato l'esecutivo per la gestione della questione. Nel frattempo oltre all'Spd anche Verdi e i membri della Die Linke hanno chiesto le dimissioni capo del Bfv, e il ministro del Lavoro, Hubertus Heil, ha addirittura dichiarato: "Il compito di Maassen è garantire sicurezza, non diffondere teorie cospirazioniste".