Svezia al voto: l'estrema destra vola nei sondaggi

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Il leader del partito di estrema destra Democratici Svedesi, Jimmie Akesson (Foto: Getty Images)

Nel Paese scandinavo, dove si vota domani, perdono terreno i Socialdemocratici e i moderati di centro-destra. Con una campagna elettorale focalizzata sulla lotta all'immigrazione, i Democratici Svedesi, formazione dal passato neo-nazista, si candidano a governare

Le elezioni che si terranno domenica 9 settembre in Svezia sembrano ricalcare un copione già visto durante le ultime tornate elettorali nel Vecchio Continente. Almeno stando ai sondaggi, secondo cui i Democratici Svedesi, partito di estrema destra dalle passate simpatie neo-naziste, sfiorano il 20%: una crescita dovuta soprattutto a una martellante retorica anti-europeista e contraria all'immigrazione.

La campagna sui migranti

Il partito degli Svedesi Democratici è una formazione di estrema destra guidata da Jimmie Akesson, che ha impostato la sua campagna elettorale sul tema delle migrazioni. La questione è particolarmente sentita nel Paese scandinavo, tradizionalmente uno dei più accoglienti in Europa: nel 2015, però, la crisi dei rifugiati siriani ha contribuito a un'impennata nelle richieste d'asilo, 163mila su una popolazione totale di 10 milioni di abitanti. Già dall'anno successivo, il Paese ha adottato regole più severe nei confronti dei richiedenti asilo, inasprito i controlli alla frontiera con la Danimarca e aumentato progressivamente il numero dei rimpatri (a luglio fece il giro del mondo la protesta di una giovane attivista che bloccò un aereo per impedire il rimpatrio di un cittadino afghano). I Democratici Svedesi hanno però cavalcato l'onda del malcontento della popolazione, espellendo i membri dalle posizioni estreme e modificando la propria comunicazione, anche a livello d'immagine. Il loro leader, Jimmie Akesson, ha ammorbidito i propri toni, puntando comunque ad associare criminalità e problemi come i malfunzionamenti negli ospedali alla forte presenza di migranti. 

Le altre forze in campo

Le elezioni per i 349 membri del Riksdag, il Parlamento della Svezia sono dunque un nuovo importante test per l'Unione europea, dove la questione migranti ha tenuto banco per l'intera estate. Secondo un'inchiesta condotta da Novus venerdì 7 settembre per la rete pubblica Svt, c'è un rischio concreto che nessuna delle coalizioni tradizionali riesca a formare una maggioranza di governo. In Svezia, i due blocchi principali sono rappresentati dall'alleanza di centrodestra guidata dal Partito Moderato, e di cui fanno parte Partito di Centro, Liberali e Cristiano Democratici (meno del 38% nelle intenzioni di voto) e dal Partito Socialdemocratico (storicamente uno dei più forti d'Europa e dato intorno al 25% contro il 31% ottenuto nel voto del 2014) dell'attuale primo ministro Stefan Löfven, con gli alleati Verdi e l'outsider Partito della Sinistra: insieme raggiungerebbero a malapena il 39,5%. Tutti i principali partiti hanno dichiarato che non cercheranno alleanze con Akesson, dato al 19,1% dopo il 12,9% di voti raccolti di quattro anni fa. Le sirene nazionaliste potrebbero però tentare la coalizione di centro-destra, soprattutto se un altro partito ancora più estremista, Alternativa per la Svezia, raggiungesse un risultato considerevole.

 

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