Migranti, l'Ue propone piattaforme di sbarco in Paesi terzi

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La nave Diciotti a Catania (Foto d'archivio: LaPresse)
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La proposta prevede la collaborazione con Oim e Unhcr. "Non sono centri detenzione". Sarà stanziato un finanziamento di 6mila euro a migrante. Salvini: "L'Italia non ha bisogno di elemosina"

Accordi regionali di sbarco dei migranti, anche con i Paesi non Ue, in stretta cooperazione con l'Oim e l'Unhcr e "centri controllati" all'interno dell'Unione europea per migliorare il processo di distinzione tra i migranti che hanno diritto alla protezione internazionale e i migranti irregolari che non hanno il diritto di rimanere nell'Ue. Sono questi i due pilastri su cui si muove la proposta della Commissione europea che intende dare attuazione alle conclusioni del Consiglio Ue del 28 e 29 giugno sulla gestione dei migranti (L'accordo raggiunto - Cosa prevede). Previsto uno stanziamento di 6mila euro a migrante. Il premier italiano Giuseppe Conte: "Ci sono cose molto interessanti che vengono incontro a quello che avevo esplicitamente richiesto, per esempio si ragiona di cabina di regia che poi prelude ad una risoluzione più organica della gestione del problema", "mai stata fatta una questione di soldi". Salvini: "L'Italia non ha bisogno di elemosina". Il commissario Ue alla Migrazione Dimitris Avramopoulos afferma: "Ora più che mai abbiamo bisogno di soluzioni europee comuni in materia di migrazione. Siamo pronti a sostenere gli Stati membri e i paesi terzi a cooperare meglio allo sbarco di quelli soccorsi in mare, ma per far funzionare subito tutto questo dobbiamo essere uniti, non solo ora, ma anche a lungo termine: dobbiamo lavorare per soluzioni sostenibili".

La proposta di Bruxelles

La Commissione Ue propone il concetto di piattaforme di sbarco dei migranti nei Paesi non Ue in stretta cooperazione con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e in collaborazione con i Paesi terzi. L'obiettivo di questa proposta è contribuire a garantire una responsabilità regionale realmente condivisa nel rispondere alle complesse sfide migratorie, ridurre le morti in mare e garantire uno sbarco ordinato e prevedibile. Non si tratterà di campi né di centri di detenzione, precisa Bruxelles, ma di aree gestite nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. Le piattaforme dovranno garantire uno sbarco ordinato e prevedibile e tutti gli Stati costieri del Mediterraneo dovrebbero essere incoraggiati a istituire zone di ricerca e soccorso e centri di coordinamento del salvataggio marittimo. Il lavoro con i Paesi terzi interessati sarà invece portato avanti sulla base di partenariati esistenti e sarà offerto un sostegno adeguato alla loro specifica situazione politica, di sicurezza e socioeconomica. Le possibilità di reinsediamento, avverte la Commissione, non saranno disponibili per tutte le persone sbarcate che necessitano di protezione internazionale e i punti di accoglienza dovrebbero essere stabiliti il più lontano possibile da punti di partenza irregolari.

I finanziamenti

La proposta della Commissione prevede anche il "pieno sostegno finanziario per coprire le infrastrutture e costi operativi" degli Stati che accettano i trasferimenti dei migranti sbarcati. Il finanziamento ammonterà a 6 mila euro a migrante. Ipotesi, quest'ultima, riportata questa mattina in anteprima dal Financial Times e commentata dal ministro del'Interno Matteo Salvini: "Se vogliono dare soldi a qualcun altro lo facciano, l'Italia non ha bisogno di elemosina". "Non commentiamo i commenti" di altri. Così un portavoce della Commissione a chi gli chiedeva un commento sulle prime dichiarazioni di Salvini al piano di Bruxelles.

La Commissione coordinerà gli Stati

Sui centri controllati nei Paesi Ue e sulle piattaforme di sbarco dei migranti nei Paesi terzi la Commissione europea ha annunciato che svolgerà una funzione di coordinamento tra gli Stati membri. In altre parole si tratterà di una sorta di cabina di regia, ma sarà solo una misura provvisoria fino a quando non sarà possibile istituire un sistema completo nel contesto della riforma del sistema europeo comune in materia di asilo.

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