Migranti, nave Open Arms a Palma di Maiorca. Denunce a Italia e Libia

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Foto dal profilo Twitter di Proactiva Open Arms

L’imbarcazione con a bordo Josefa, la donna salvata da naufragio, è nel porto spagnolo. Denuncia Proactiva per omicidio colposo e omissione soccorso. Guardia Costiera italiana: noi mai coinvolti in soccorso gommone. Fonti Viminale: Ong insinuano, denunceremo chi mente

La nave “Open Arms” della Ong Proactiva è arrivata nel porto di Palma di Maiorca, in Spagna, dove sbarcherà Josefa, la migrante camerunense soccorsa il 17 luglio dopo il naufragio di un gommone di migranti e recuperata insieme ai cadaveri di un'altra donna e del suo bambino. "Dopo quattro giorni di navigazione - ha scritto il fondatore della Ong, Oscar Camps, su Twitter - la nave entra finalmente nel porto sicuro di Palma di Mallorca". Proactiva annuncia azioni legali e intanto ha inviato provocatoriamente una cartolina social a Matteo Salvini: "Ogni promessa è debito. Un abbraccio da Maiorca. Oscar e Josefa", scrivono in riferimento alle parole del ministro che più volte ha sottolineato come le Ong potranno vedere i porti italiani "solo in cartolina". Da Roma, fonti del Viminale ribattono: "Non meritano risposta le Ong che insinuano, scappano, minacciano denunce ma non svelano con trasparenza finanziatori e attività. La denuncia di Josefa? Qualcuno strumentalizza una vittima per fini politici. Noi denunceremo chi, con bugie e falsità, mette in dubbio l'immensa opera di salvataggio e accoglienza svolta dall'Italia". E la Guardia costiera italiana replica: noi mai coinvolti nel soccorso del gommone.

Media: Josefa denuncerà Italia e Libia

Secondo il Diario de Mallorca, uno dei principali quotidiani dell'isola, la donna intende denunciare la Libia e l'Italia per quanto è successo: "Josefa, che riceverà il trattamento da rifugiata - scrive il giornale - intende denunciare la Libia per aver abbandonato l'imbarcazione, tornandosene indietro, lasciando altri cadaveri, e l'Italia per il rifiuto a sbarcare i cadaveri nel porto di Catania".

Ong presenta denuncia per omissione di soccorso

E di azione legale ha parlato anche Camps, annunciando di aver denunciato a Palma di Maiorca per omissione di soccorso e omicidio colposo la Guardia costiera di Libia e Italia: "Spero che la procura spagnola indaghi sulla Guardia costiera libica e italiana". L'Italia, ha detto Camps, "ci accusa di mentire, diffamare e insultare". Secondo quanto riferito da una giornalista di “Internazionale” che era a bordo della nave, la denuncia sarebbe stata presentata da Camps e dal giocatore della Nba Marc Gasol, che ha partecipato ai soccorsi.

Guardia costiera: mai coinvolti in soccorso gommone

La Guardia Costiera italiana ha prontamente replicato alle accuse arrivate dalla Spagna: "Non siamo mai stati coinvolti nel soccorso al gommone ritrovato successivamente" da Open Arms. Secondo quanto riferito all'Ansa dal comando generale, "dopo il ritrovamento è stata data piena disponibilità a trasferire la donna, ancora in vita, in Italia, per ricevere assistenza di carattere sanitario". Ed "è stata data anche la possibilità di raggiungere il porto di Catania, dove sarebbero state effettuate le operazioni di sbarco per tutti i migranti a bordo".

La cartolina a Salvini: "Un abbraccio da Maiorca"

"Ogni promessa è debito. Un abbraccio da Maiorca. Oscar e Josefa". È questo il messaggio, seguito da una cartolina di Palma di Maiorca, che il fondatore di Proactiva Open Arms Oscar Camps ha inviato su Twitter al ministro dell'Interno Matteo Salvini. Più volte il titolare del Viminale nelle ultime settimane ha sottolineato che le navi delle Ong potranno vedere i porti italiani "solo in cartolina". Lo stesso leader della Lega - in seguito alla decisione di Open Arms di andare in Spagna dopo aver recuperato i cadaveri di una donna e un bambino e salvato la camerunense Josefa - aveva scritto su Twitter: "Nonostante la nostra disponibilità di porti siciliani, la nave Ong va in Spagna con donna ferita e due morti... Non sarà che hanno qualcosa da nascondere?". La risposta di Camps è stata immediata: "Andiamo in Spagna perché l'Italia non è un porto sicuro, né per noi né per le persone che salviamo e che tu vuoi rimandare in Libia. Ti manderemo una cartolina!". E oggi, arrivato a Maiorca, il fondatore di Proactiva ha mantenuto la promessa.

I controlli medici

Con la “Open Arms” anche la nave “Astral”, sempre della stessa Ong, che è stata indirizzata ai moli commerciali. In porto, pronti a salire a bordo, ci sono un dottore e un'infermiera del servizio sanitario spagnolo. Dopo l'autorizzazione medica, una psicologa della Croce Rossa e un’interprete si prenderanno cura di Josephina, che dovrà poi essere identificata dalla polizia per ottenere i documenti temporanei di soggiorno in Spagna.

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