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La nave di Open Arms verso la Spagna: non ci fidiamo dell'Italia

Mondo
Gasol ha spiegato che "voleva essere un testimone diretto" della tragedia che si sta compiendo nel Mediterraneo (foto: profilo Twitter Marc Gasol)

Alla ong era stato offerto il porto di Catania, ma dall'imbarcazione spiegano: "Ci sono molti fattori critici: il primo sono le parole del ministro Salvini, che ha definito bugie e insulti la nostra ricostruzione". A bordo anche il giocatore dell'Nba Marc Gasol

La nave Open Arms sta facendo rotta verso la Spagna. "Approdare in un porto italiano presenta molti fattori critici: il primo sono le parole del ministro Salvini, che ha definito bugie e insulti la nostra ricostruzione". Alla ong era stato offerto il porto di Catania e di trasferire la donna ferita. Sull'ultima tragedia del Mediterraneo, una giornalista tedesca della N-tv ha raccontato che "un'altra bimba è morta sulla motovedetta libica. L'aveva nascosta nel timore che la gettassero in mare". Tra i soccorritori dell’Ong Proactiva Open Arms che ieri hanno salvato a largo della Libia una donna e recuperato due cadaveri, c’era anche il cestista spagnolo Marc Gasol. A rivelarlo è lo stesso pivot della squadra Nba dei Memphis Grizzlies, che ha pubblicato una foto sul suo profilo Twitter durante i soccorsi. "Frustrazione, rabbia e tanta impotenza", ha scritto nel post il giocatore di basket, che ha aggiunto: "Incredibile che delle persone vengano abbandonate in mezzo al mare. Profonda ammirazione per coloro che in questi giorni io chiamo compagni di squadra".

 

Necessario "dare l’esempio"

Marc Gasol ha spiegato che ha deciso di partecipare alla missione umanitaria perché "voleva essere un testimone diretto" della tragedia che si sta compiendo nel Mediterraneo. Sportivi e persone famose, secondo il cestista, "devono dare l’esempio, raccontando al mondo la gravità di ciò che sta accadendo". Nello specifico, la necessità di fare qualcosa in merito è maturata in Gasol nel 2015 quando, dopo aver visto le immagini di Aylan Kurdi, il bambino morto in un naufragio al largo delle coste della Turchia, ha provato una sensazione di "rabbia" che lo ha spinto a volersi mettere in gioco in prima persona. L’opportunità di farlo, ha raccontato nell’intervista, è arrivata lo scorso anno quando ha conosciuto il fondatore e direttore di Proactiva Open Arms, Oscar Camps, che gli ha fatto capire che quella del piccolo Aylan "è una realtà che vivono molti bambini in tutto il mondo". Per questa ragione ha scelto di imbarcarsi sull’Astral al fianco di persone che "non aspettano gli altri per dare una mano".

Il salvataggio di Josephine

Secondo quanto racconta una giornalista di Internazionale che si trova a bordo della nave della Ong spagnola, la donna soccorsa si chiama Josephine, viene dal Camerun, e ha raccontato di essere rimasta due giorni in mare attaccata ad un pezzo di legno prima di essere tratta in salvo. Versione confermata anche da Gasol che, in un’intervista al  quotidiano El País, ha dichiarato che l’Astral, la nave di Open Arms, nella mattinata del 17 luglio ha avvistato i resti di un gommone a circa 80 miglia dalle coste libiche nei pressi dei quali c’erano i corpi di due donne e un bambino. Una volta raggiunti, ha raccontato il giocatore Nba, "abbiamo imbarcato su un gommone i corpi e abbiamo raggiunto la nave dove i medici hanno prestato soccorso alla sopravvissuta, che era in stato di shock, terrorizzata

L’Astral sta facendo rotta verso la Spagna

Al momento la nave della Ong, dopo aver accusato la Libia per il mancato soccorso delle due donne e del bambino, sta facendo rotta verso la Spagna. "Approdare in un porto italiano – spiega su Twitter Proactiva Open Arms - presenta molti fattori critici: il primo è rappresentato dalle parole del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha definito bugie e insulti la nostra ricostruzione". L'Italia aveva assegnato all'Ong il porto di Catania nella serata di ieri e si era offerta, come Malta, di evacuare la donna ferita.

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