Migranti, Marc Gasol a Sky TG24: ho deciso di aiutare dopo foto Aylan

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Foto: Twitter Marc Gasol

La star Nba era sulla Open Arms quando la Ong spagnola ha recuperato Josephina insieme ai corpi senza vita di una donna e un piccolo di due anni al largo delle coste libiche. "Se ci avessero dato la posizione esatta avremmo salvato anche loro"

Lo scorso 17 luglio, quando l’Ong Open Arms ha soccorso Josephina e recuperato i corpi senza vita di un bambino di due anni e un’altra donna al largo delle coste libiche, tra i soccorritori c’era anche la star Nba Marc Gasol (CHI È). Il campione ha parlato a Sky TG24 di quell’operazione e dei motivi che l'hanno portato a decidere di impegnarsi in prima persona per aiutare i migranti: "Immagino che tutti ricordino la foto di Aylan nel 2015, il bambino di tre anni morto sugli scogli. Credo che tutti furono profondamente colpiti. Io avevo mia figlia piccola e quella foto mi turbò tantissimo, empatizzai tanto con questa situazione” ha raccontato Gasol.

Le operazioni di soccorso

Sull'operazione di soccorso a cui ha partecipato invece ricorda: "La Open Arms ha avvistato la zattera già semisommersa, inizialmente sembrava ci fossero due corpi ma quando ci siamo avvicinati ci siamo resi conto che i corpi erano tre, di cui uno ancora in vita. Era Josephina, ancora viva, aggrappata ad una tavola di legno. I soccorritori - prosegue il giocatore dei Memphis Grizzlies - hanno agito rapidamente, l’acqua era piena di benzina e la donna era in stato di choc, quindi l’hanno portata sul gommone dell’Astral dove l’abbiamo messa al sicuro".

Situazione frustrante

Poi il cestista di Barcellona parla anche del bambino che la Ong non è riuscita a salvare dall'annegamento: "La situazione era frustrante - dice il campione catalano - c’era anche un bambino e ti dà rabbia vedere un bimbo di due anni morto da poche ore. Se ci avessero dato la posizione esatta della zattera e del punto di raccolta l’avremmo sicuramente potuto salvare anche il piccolo". 

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