Scomparso al Cairo il 25 gennaio, il ragazzo di Fiumicello (Udine) è stato trovato senza vita 8 giorni dopo con segni di torture sul corpo. Dottorando a Cambridge, in Africa per la tesi, il 28enne aveva anche scritto per alcune testate giornalistiche con uno pseudonino
Giulio Regeni era un ricercatore universitario. Scomparso il 25 gennaio 2016 al Cairo, è stato trovato morto otto giorni dopo (il 3 febbraio). Il suo corpo fu trovato senza vita in un fosso di una zona della periferia della città egiziana, con segni di torture, bruciature di sigarette e ferite da taglio. L’italiano, originario di Fiumicello in provincia di Udine, si trovava al Cairo per studiare le associazioni sindacali egiziane. La sua morte è ancora avvolta nel mistero. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, in visita in Egitto il 18 luglio, ha chiesto al presidente egiziano Abd Al Fattah Al Sisi che venga fatta piena luce sull’omicidio.
Chi era Giulio Regeni
Il ritratto che amici e parenti hanno fatto di Giulio Regeni è unanime: "Il figlio che tutti vorrebbero", "Un ragazzo serio, intelligente e con grandi capacità", una "bella persona'', un giovane "determinato, ma solidale". Lo studente friulano di 28 anni, dottorando alla Cambridge University, è descritto come un "ragazzo d'oro", che arrivava da una comunità piccola (5.000 abitanti), operosa e coesa.
L’infanzia in Friuli, poi i continui viaggi
Chi lo conosceva ne parla come un ragazzo molto intraprendente: dai 12 ai 14 anni era stato sindaco dei ragazzi del suo Comune, poi aveva lasciato Fiumicello per frequentare il liceo a Trieste, al Petrarca. Successivamente era andato via dal Friuli per andare all'estero: una borsa di studio, gli ultimi tre anni di liceo nel New Mexico, negli Stati Uniti, nel Collegio del Mondo Unito. Infine l’Università in Inghilterra. Prima a Oxford dove aveva conseguito una laurea a indirizzo umanistico e poi il dottorato a Cambridge, che lo aveva portato al Cairo, a settembre del 2016. Lì faceva ricerche per una tesi sull'economia locale. Appassionato di studi sul Medio Oriente, capace di parlare arabo e inglese alla perfezione, aveva vinto due premi nel 2012 e nel 2013 al concorso internazionale ''Europa e giovani'' promosso dall'Istituto regionale per gli studi europei per ricerche e approfondimenti sul Medio Oriente. Nonostante la lontananza, era molto legato a Fiumicello. Gli amici lo ricordano sempre pronto a raccontare esperienze, eventi di una vita molto distante dal piccolo centro friulano dove vivono la mamma Paola, candidata il passato alle elezioni a sostegno del sindaco Ennio Scridel, il papà Claudio e la sorella Irene, atleta che fa parte della squadra di pattinaggio locale.
La passione per il giornalismo
Già durante gli anni in New Mexico, Regeni aveva sviluppato la passione per il giornalismo e dagli Stati Uniti aveva iniziato scrivere per il mensile triestino Konrad. Un interesse, quello per la cronaca, che era proseguito anche dopo, quando aveva iniziato a collaborare per diverse testate giornalistiche pur trovandosi spesso fuori dall'Italia. In alcuni articoli, scritti anche con lo pseudonimo di Antonio Druis e pubblicati dall'agenzia di stampa Nena e, postumi, dal Manifesto, aveva descritto la difficile situazione sindacale dopo la rivoluzione egiziana del 2011.