Caso Pelicot, la figlia alla BBC: "Mio padre dovrebbe morire in prigione"

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Caroline Darian, la figlia di Dominique Pelicot, condannato in Francia a 20 anni di carcere per aver drogato la moglie per 10 anni facendola violentare da almeno 50 uomini, parla ai microfoni del programma Today di Bbc Radio4. Nell'intervista, la donna racconta come ha saputo degli abusi di "uno dei peggiori predatori sessuali degli ultimi 20 o 30 anni", il calvario della madre, il timore di esserne stata vittima lei stessa e poi il cammino di rinascita delle due donne

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"Dovrebbe morire in prigione. È un uomo pericoloso". A parlare, ai microfoni del programma Today di Bbc Radio4, è Caroline Darian, la figlia di Dominique Pelicot, condannato in Francia a 20 anni di carcere per aver drogato la moglie Gisele per 10 anni facendola violentare da almeno 50 uomini. Nell'intervista, la donna racconta come ha saputo degli abusi di "uno dei peggiori predatori sessuali degli ultimi 20 o 30 anni", il calvario della madre, il timore di esserne stata vittima lei stessa e poi il cammino di rinascita delle due donne.

"Uno tsunami"

"Ricordo ancora la telefonata con la quale mia mamma mi annunciò di aver scoperto di essere stata drogata per 10 anni da mio padre – racconta Caroline -. Erano le 20.25 di un lunedì sera del novembre 2020. Io in quel momento ho perso la mia vita normale". "Ricordo che ho urlato, ho pianto, l'ho persino insultato", dice. "È stato come un terremoto. Uno tsunami". "Penso che mio padre dovrebbe morire in prigione" ha affermato la 46enne, visibilmente arrabbiata e ferita per il dolore inflitto alla madre 78enne. La donna ha raccontato alla BBC anche la vita "prima" del caso giudiziario, quando suo padre si presentava come un "amabile uomo in pensione". Sul suo portatile, invece, vi erano migliaia di video e foto di sua moglie Gisèle priva di sensi mentre veniva violentata da sconosciuti.

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Dagli abusi alla sottomissione chimica

Più di quattro anni dopo, Caroline Darian afferma che suo padre "dovrebbe morire in prigione", dove sono finiti anche 50 uomini reclutati online dal padre per violentare la madre. Il processo ha portato alla ribalta non solo il tema degli abusi, ma anche quello della sottomissione chimica, un aspetto sul quale Caroline Darian ha deciso di sensibilizzare soprattutto i giovani, anche perché la maggior parte delle vittime non ha alcun ricordo delle aggressioni e potrebbe non rendersi nemmeno conto di essere stata drogata. "Quando mi guardo indietro non ricordo davvero il padre che pensavo fosse. Guardo dritto al criminale, al criminale sessuale che è", dice. "Ma ho il suo DNA e il motivo principale per cui sono così impegnata per le vittime invisibili è anche per me un modo per prendere davvero le distanze da quest'uomo", racconta. "Sono totalmente diversa da Dominique".

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