I leader dei 28 Paesi al vertice di Bruxelles hanno trovato l’intesa sul dossier immigrazione. Nel documento spicca il carattere volontaristico, ad esempio su hotspot di accoglienza in Europa e ricollocamenti. Salvataggi in mare basati su condivisione, ok a fondo Africa
Dopo oltre 13 ore di negoziati a oltranza, durati tutta la notte, è arrivato l’accordo dei 28 Paesi al tavolo del vertice al Consiglio Europeo di Bruxelles. Un’intesa unanime è stata raggiunta anche sul delicato dossier migranti.
Principio volontarietà
Nel testo siglato dai 28 compare quattro volte la parola “volontario". Il carattere volontario sul molti aspetti del tema migranti, fortemente voluto dai Paesi del patto di Visegrad, è appunto il compromesso che ha trovato tutti d’accordo. Si parla di "reinsediamenti volontari" e di "base volontaria" per l'apertura di centri negli Stati membri da destinare alla selezione dei rifugiati rispetto ai migranti economici. Poco oltre nel testo, a "base volontaria" vengono definiti anche ricollocamenti e reinsediamenti e il documento cita anche i "rimpatri umanitari volontari". (LO SPECIALE MIGRANTI)
Centri di accoglienza
Nel documento finale approvato dall'Ue è passata anche la proposta dei centri di accoglienza per consentire lo sbarco e, se il caso, il transito dei migranti anche in Paesi terzi, sotto il coordinamento della cooperazione con Unhcr e Oim. In Europa si potranno creare centri di accoglienza nell'ambito degli Stati membri ma solo su base volontaria. Le conclusioni del vertice prevedono che "sul territorio dell'Ue chi viene salvato secondo il diritto internazionale debba essere preso in carico sulla base di uno sforzo condiviso, attraverso il trasferimento in centri controllati istituiti in alcuni Stati membri, solo su base volontaria”. I Paesi che vogliono attrezzarsi per farli potranno basarsi su una gestione collettiva europea. Nei centri chiusi dovrebbero essere effettuate in modo rapido e "con il pieno sostegno dell'Ue" le procedure per "distinguere tra migranti irregolari, che saranno rimpatriati, e chi necessita di protezione internazionale, per cui si applicherà il principio di solidarietà". La ridistribuzione dei richiedenti asilo tra alcuni Stati membri sarà quindi possibile solo per quei Paesi in prima linea che istituiranno i centri chiusi.
Salvataggi in mare
Sui salvataggi in mare è emerso un nuovo approccio: d'ora in poi si prevedono azioni basate sulla condivisione e quindi coordinate tra gli Stati membri. Nel testo è affermato il principio che chi arriva in Italia arriva in Europa e che tutte le navi che arrivano nel Mediterraneo devono rispettare le legge, quindi anche le Ong, e non devono interferire con la Guardia costiera libica.
Frontiere europee
Il testo conferma il nuovo paradigma europeo della “difesa” delle frontiere esterne ed emerge la volontà di rafforzare l'azione "per prevenire un ritorno ai flussi incontrollati del 2015 e ridurre ulteriormente la migrazione illegale su tutte le rotte esistenti e nuove".
Accordi con Paesi di origine
I leader hanno anche concordato di trasferire 500 milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo per rifinanziare il trust Fund per l'Africa e di sbloccare la seconda tranche da 3 miliardi per la Turchia. Inoltre viene anche chiesto che vengano intensificati i rapporti e gli accordi con i Paesi di origine e transito dei migranti.
I movimenti secondari
Sui movimenti secondari (i migranti che si trasferiscono dai Paesi di primo ingresso in altri Stati membri in violazione delle regole di Dublino) il Consiglio ricorda il "rischio" di mandare in crisi Schengen e chiede agli Stati membri di prendere tutte le misure interne necessarie a limitare questi movimenti. Come voluto dalla Germania, è stato inserito il riferimento a questo tipo di movimenti: i Paesi Ue devono cooperare tra loro e prendere tutte le misure necessarie per contrastarli e limitarli.
Riforma del trattato di Dublino
I leader al tavolo hanno concordato la necessità di riformare il trattato di Dublino (COSA È) e le regole della Sar. Sulla riforma del regolamento di Dublino il Consiglio europeo ha ribadito che una decisione sarà presa all'unanimità e senza utilizzare la maggioranza qualificata prevista dal trattato. In una concessione all'Italia, la riforma dovrebbe "tenere conto delle persone sbarcate dopo operazioni di ricerca e soccorso". Infine, come chiesto dai paesi di Visegrad, la ridistribuzione dei richiedenti asilo si effettuerà "su base volontaria" e "senza pregiudizio per la riforma di Dublino”.