Polonia, il Parlamento fa marcia indietro sulla legge sull'Olocausto

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Il campo di concentramento di Auschwitz (Getty Images)
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Il premier Morawiecki ha presentato una riforma della controversa norma che prevedeva il carcere fino a 3 anni per chiunque associasse la nazione polacca alla Shoah. La modifica deve ottenere il via libera del Senato, dove il partito al governo ha la maggioranza

Il premier della Polonia Mateusz Morawiecki ha proposto di riformare la legge sull'Olocausto cancellando la norma che prevedeva pene fino a tre anni per chi attribuisse i crimini del Terzo Reich alla Polonia. La modifica della controversa legge (COSA PREVEDE) approvata nel gennaio scorso è stata presentata a sorpresa nella camera bassa del Parlamento su iniziativa del premier, dove ha ottenuto il via libera. "Con questa legge abbiamo riaffermato un principio, ma il senso della modifica consiste nel venire incontro alla realtà internazionale", ha detto Morawiecki chiedendo il sostegno all'emendamento della legge. Ora il provvedimento passa al Senato dove, secondo il presidente Stanislaw Karczewski, sarà discussa e votata oggi stesso, mercoledì 27 giugno. Il partito al governo Diritto e giustizia (Pis) ha la maggioranza assoluta in entrambe le Camere del Parlamento.

La modifica affinché la legge "funzioni senza controversie"

Il capo di Gabinetto del premier Morawiecki, Michal Dworczyk, ha precisato che la proposta di riforma è stata inviata affinché “la legge funzioni senza controversie". Il riferimento implicito è alle critiche sollevate nella comunità internazionale e soprattutto da Israele, che avevano portato al "congelamento" della legge da parte del governo.  

Le proteste di Israele e il congelamento della legge

La legge, approvata lo scorso gennaio, era stata messa in stand-by dal governo di Varsavia dopo poche settimane, a seguito delle pressioni del governo di Israele e di una crisi diplomatica tra Polonia e Tel Aviv. La norma prevedeva pene, anche carcerarie fino a tre anni, per chi "pubblicamente e contro i fatti" avesse associato la nazione polacca all'Olocausto o avesse parlato di "campi della morte polacchi" per indicare quelli istituiti dai nazisti nel territorio occupato. Approvata dal Parlamento, era stata firmata il 6 febbraio dal presidente Andrejz Duda. Israele aveva subito protestato contro il provvedimento, affermando che rischia di coprire la verità storica sui collaborazionisti polacchi che denunciarono gli ebrei o parteciparono agli eccidi dei nazisti.

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