Corte Suprema Usa, il giudice Kennedy lascia dopo 30 anni

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Il giudice della Corte Suprema Usa Anthony Kennedy (Getty Images)
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Nominato da Ronald Reagan, è stata una figura emblematica all'interno del massimo organo della giustizia americana, facendo spesso pendere l'ago della bilancia dalla parte dei colleghi di nomina democratica. Ora ci potrebbe essere un deciso spostamento a destra 

Un annuncio improvviso, che scuote Washington: il giudice della Corte Suprema Anthony Kennedy dopo 30 anni lascia il suo incarico. Nominato da Ronald Reagan nel 1988 è stata una figura emblematica all'interno del massimo organo della giustizia americana, facendo spesso pendere l'ago della bilancia dalla parte dei colleghi di nomina democratica: dalla storica decisione sulle nozze gay a quella sull'accesso all'aborto.

Trump può scegliere il suo secondo giudice in meno di 2 anni

Ora ci potrebbe essere un deciso spostamento a destra della Corte, con Donald Trump che ha la possibilità di scegliere il suo secondo giudice costituzionale in meno di due anni, dopo la nomina di Neil Gorsuch. "La corsa per la sostituzione di Kennedy parte immediatamente", ha quasi esultato il presidente americano, che ha già parlato di una lista di 25 possibili candidati. Già Gorsuch, che sostituì Anthony Scalia, ha fatto la differenza nelle ultime decisioni della Corte, con il suo voto che è stato decisivo per il sì al bando sui musulmani voluto da Trump.

"Battaglia epica" a Washington per la successione

Kennedy, 81 anni, nomina di compromesso scelta da Reagan, è stata dunque la figura più atipica della Corte suprema americana negli ultimi decenni. Con il suo pronunciamento è stato quasi sempre cruciale per le decisioni finali, regalando più di un dispiacere ai repubblicani e alla destra.  Ha comunicato il suo addio con una lettera inviata alla Casa Bianca in cui precisa che lascerà il prossimo 31 luglio. Ora, nonostante la volontà espressa da Trump di fare in fretta, qualcuno parla di una "battaglia epica" a Washington per la successione, anche se al momento i democratici non hanno la maggioranza al Senato che dovrà dare il via libera definitivo alla futura nomina del presidente americano.

I democratici sperano nelle elezioni di metà mandato

Così si spiega la fretta del tycoon di avviare e chiudere la partita, con le elezioni di metà mandato il prossimo novembre con le quali verrà rinnovato un terzo del Senato (insieme all'intera Camera) e il cui esito è ancora difficile da prevedere. Con i democratici che sperano - sfida molto difficile - di tornare in maggioranza. Difficile anche che la Corte possa restare senza uno dei nove giudici per così tanto tempo. Anche se dalla morte di Anthony Scalia è passato oltre un anno prima dell'arrivo di Gorsuch, con l'ex presidente Barack Obama che aveva inizialmente nominato Merrick Garland che però non ottenne l'ok proprio dal Senato.

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