Il 14 giugno parte a Mosca la 21esima edizione della Coppa del mondo, senza l'Italia. Nelle intenzioni del presidente Putin la rassegna è anche uno spot per uscire dall'isolamento internazionale. Con un investimento di oltre 11 miliardi di dollari
Il secondo trionfo di fila della Germania, come solo a Italia e Brasile è riuscito, o la “prima” di Leo Messi? Il ritorno della Seleção, il talento di Spagna e Francia o un outsider? Sono tanti gli interrogativi che accompagneranno il cammino del Mondiale in Russia che, senza l'Italia, prende il via giovedì 14 giugno con i padroni di casa alla sfida con l’Arabia Saudita, per concludersi con la finalissima il 15 luglio allo Stadio Luzhniki di Mosca. Il torneo iridato per la prima volta in 60 anni non vedrà la partecipazione degli azzurri, ma sono tante le squadre pronte a contendersi la vittoria per strappare alla Germania il titolo conquistato in Brasile quattro anni fa (Lo speciale di Sky Sport).
Il calendario
Le partite degli otto gironi in cui sono suddivise le 32 squadre si giocheranno in 11 città e 12 stadi, di cui sette nuovi di zecca. Ma ci sono anche lo stadio di San Pietroburgo (l’ipertecnologico impianto finito di ristrutturare nel 2017) e il Fisht Olympic Stadium di Sochi, costruito per i Giochi invernali del 2014. Mosca è il cuore pulsante della manifestazione con due impianti: lo Spartak Stadium e il Luzhniki (80mila posti), dove si terranno la partita inaugurale e la finalissima. Tra venerdì 15 e sabato 16 esordiranno le squadre più attese come la Francia, la Spagna (nel big match contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo) e l’Argentina. Il Brasile scende in campo domenica 17 contro la Svizzera, così come la Germania, che sfida il Messico. La fase a eliminazione diretta parte il 30 giugno con gli ottavi di finale, fino al 3 luglio. Tra il 6 e il 7 luglio i quarti di finale, poi le quattro nazionali rimaste si sfideranno nelle semifinali il 10 e l’11 luglio. La finalissima il 15 luglio.
Dal Brasile alla Germania, le favorite
Dopo il “Mineirazo” dei Mondiali 2014, la disfatta per 7-1 in semifinale contro la Germania, il Brasile è in cerca di riscatto ed è ripartito da zero con il nuovo corso del ct Tite: insieme ai tedeschi è la principale favorita nei pronostici. Il Brasile arriva in Russia forte di un percorso di qualificazione perfetto e guidato da un Neymar tornato abile dopo un infortunio e, sembra, finalmente capace di prendersi sulle spalle la nazionale. Da “O'Nei” a Gabriel Jesus, da Firmino a Coutinho, fino a Douglas Costa sono tanti i fuoriclasse capaci di far dimenticare il Mondiale perso in casa. Insieme al Brasile, le altre sette squadre della prima fascia saranno i padroni di casa della Russia e le prime nazionali del ranking Fifa: Germania, Portogallo, Argentina, Belgio, Polonia e Francia. La Spagna è finita in seconda fascia, inserita nel girone del Portogallo campione d’Europa di Cristiano Ronaldo, ed è l'autentico spauracchio che tutti vorrebbero evitare. Finalista quattro anni fa, l'Argentina di Leo Messi, a cui nella sua straordinaria carriera manca solo il trionfo in un Mondiale, arriva all'appuntamento un gradino indietro. Approdata alla fase finale con tante difficoltà e solo grazie a una vittoria nell’ultima partita delle qualificazioni, l'Albiceleste vanta un attacco con pochi eguali al mondo e si è permessa il lusso di lasciare a casa un bomber come l’attaccante dell’Inter Mauro Icardi. Discorso a parte merita l'Inghilterra che, a parte il Mondiale vinto in casa ormai più di 50 anni fa, ha poi quasi sempre fatto la comparsa.
Le debuttanti
E poi ci sono le debuttanti: Islanda e Panama si preparano all’esordio nei Mondiali con tutto l’entusiasmo delle proprie nazioni alle spalle. L'Islanda fu la grande sorpresa degli Europei 2016 quando venne eliminata ai quarti di finale dai padroni di casa della Francia dopo aver battuto agli ottavi l’Inghilterra. Potrebbe essere così di nuovo la nazionale della piccola isola la squadra “mascotte” di Russia 2018. Oppure la nazionale centroamericana, anche lei al debutto assoluto: la qualificazione ha fatto scattare la festa di una nazione intera, con uffici chiusi e giocatori trattati come eroi per le strade di Panama.
Le assenti
Le qualificazioni al torneo si sono concluse lo scorso novembre e hanno estromesso dalla fase finale diverse importanti nazionali. Su tutte l’Italia, rimasta fuori per la prima volta dopo 60 anni: era il 1958 e la nostra selezione mancò l’accesso alla fase finale del campionato del mondo organizzato in Svezia. Proprio quella Svezia che è costata agli Azzurri la qualificazione nello spareggio decisivo per staccare il pass per la Russia. La debacle ha portato all'esonero del ct Ventura, considerato responsabile del pessimo rendimento della nazionale. Le polemiche si sono scatenate anche intorno alla figura del presidente della Figc Carlo Tavecchio, le cui dimissioni sono state chieste con forza e ottenute dal numero uno del Coni, Giovanni Malagò. Tra le nazionali assenti ci sono anche Olanda, Cile e Stati Uniti.
Non solo calcio
Quello di Russia 2018 è un Mondiale con implicazioni economiche e di geopolitica come raramente è capitato in passato. Il presidente Putin ha investito sulla rassegna del pallone una cifra superiore agli 11 miliardi di dollari tra trasporti, costruzione e ristrutturazione degli stadi e alloggi. Il presidente spera che il torneo rappresenti uno spot per il proprio Paese in un contesto internazionale che in questo momento vede la Russia piuttosto isolata, con le sanzioni ancora in essere dal 2014 - per le tensioni in Ucraina e l'annessione della Crimea - e la recente tempesta politico-diplomatica per il caso dell'avvelenamento dell'ex spia russa Sergej Skripal. Tra i grandi rischi del Mondiale c'è anche quello legato alla sicurezza: ultras, timore di attacchi terroristici e di azioni dimostrative. Sarà, però, anche un torneo con la massima esposizione possibile a livello social: l'obiettivo è superare il record di Brasile 2014 di oltre un miliardo di post e condivisioni.
Le altre stelle
Chi vincerà il Mondiale fisserà il suo nome nella storia dello sport. Ma le tante stelle, vecchie e nuove, vedranno comunque lievitare il prezzo del loro cartellino e il portafoglio, oltre che inevitabilmente movimentare il calciomercato estivo. Quattro anni fa fu il turno di James Rodriguez, finito poi al Real per 80 milioni, ma anche stavolta il parterre si presenta di tutto rispetto: oltre ai soliti Messi, CR7, Neymar, la rassegna, che vale in prospettiva anche per il Pallone d'Oro, vede in prima fila l'attesissimo Mohamed Salah, si spera di nuovo abile dopo l'infortunio subito durante la finale della Champions League, Harry Kane, Sergej Milinkovic-Savic, Eden Hazard, Robert Lewandowski, Sadio Manè. Ma altrettanto folta è la pattuglia di chi non ce l'ha fatta, per scelta tecnica o per problemi fisici: Radja Nainggolan, Leroy Sané, Mauro Icardi, Alvaro Morata, Karim Benzema, Adrien Rabiot, Alex Sandro i tagli più eclatanti.