L'attacco a Liegi e gli altri attentati che hanno sconvolto il Belgio

Mondo

Paolo Fratter

Il luogo dell'aggressione dell'attentato a Liegi (Ansa)

Torna a fare i conti con il terrore un Paese considerato una sorta di base della jihad in Europa. L'attacco terroristico più drammatico avvenne il 22 marzo 2016, quando a Bruxelles morirono 35 persone

"Le uccisioni a Liegi sono un atto di terrorismo". Ha tolto ogni dubbio la procura belga nella giornata di oggi, lasciandosi alle spalle la cautela iniziale e parlando, senza tanti giri di parole, di "omicidi terroristici".

Il ritorno del terrore

Torna a fare i conti con il terrore un Paese considerato una sorta di base della jihad in Europa,  la cui capitale, Bruxelles, ospita, non lontano dal parlamento europeo, il quartiere di Molenbeek: un sobborgo con un'altissima presenza di moschee attorno alle quali si è concentrata una grande comunità di immigrati provenienti dal Nord Africa e da altri paesi arabi e che ha visto la nascita di diversi gruppi radicali  diventando, negli anni, un punto di riferimento per il reclutamento di nuovi "combattenti”. Proprio qui si trovava il covo della cellula che colpì Parigi nella strage del novembre 2013.

Una lunga scia di attacchi

Già in passato il Belgio ha dovuto fare i conti con attacchi di questo tipo:

- a Liegi, ad esempio, un precedente c'è già: il 13 dicembre del 2011, poco dopo mezzogiorno, il 33enne belga di origine marocchine Nordine Amrani, con precedenti per spaccio, armato di alcune granate e di un fucile automatico, uccide 5 persone, tra cui un bimbo di 17 mesi, prima di togliersi a sua volta la vita;

- a Bruxelles, nel maggio del 2014, un cittadino francese di origine algerina, Mehdi Nemmouche, legato allo Stato islamico e tornato da poco dalla Siria, apre il fuoco, armato di Kalashnikov, sul Museo Ebraico di Bruxelles, uccidendo quattro persone. Verrà arrestato in Francia pochi giorni dopo;

- sempre a Bruxelles, l'attacco più eclatante. Un duplice attentato caratterizzato da due diverse esplosioni: la prima nell’aeroporto di Zaventem, la seconda alla fermata della metropolitana di Maelbeek, vicino al quartiere in cui hanno sede le istituzioni dell’Unione europea. È il 22 marzo del 2016: muoiono 35 persone, compresi tre terroristi.

Una lunga scia di attacchi che ha segnato la storia recente del paese e che si è ulteriormente allungata nella giornata di ieri.

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