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Guerra Coree, il conflitto fra Nord e Sud nato nel 1950 e mai finito

Mondo
(Getty Images)

I due Paesi sono contrapposti dal Secondo Dopoguerra. Espressione del regime comunista il Nord, alleato degli Stati Uniti il Sud. Una guerra durata tre anni e terminata solo con un armistizio. Ufficilmente i due Stati sono ancora in conflitto

Panmunjom è il villaggio dove venne firmato l'armistizio del 1953 che mise fine al conflitto fra Corea del Nord e Corea del Sud ma senza un vero trattato di pace. Questo il luogo simbolo dove oggi si incontrano i leader dei due Paesi, Moon Jae-in e Kim Jong-un. Un incontro storico con il quale si proverà a dare un’intesa stabile a due Stati in conflitto da 65 anni. "Una nuova storia comincia adesso", ha scritto il leader di Pyongyang, Kim Jong-un, sul libro degli ospiti alla Peace House, edificio nella parte sudcoreana del villaggio di Panmunjom. Kim, il primo leader della sua famiglia ad essere entrato in Corea del Sud, ha auspicato di "non sprecare l'occasione". "Il mondo ci guarda", ha detto invece Moon (FOTO).

L'origine e le fasi preparatorie della guerra di Corea

All’indomani della Seconda guerra mondiale, la penisola coreana venne divisa in due parti lungo la linea del 38/mo parallelo. Parti che corrispondevano a due diverse aeree di influenza politica: nell'area settentrionale c’era un governo comunista filosovietico con capitale a Pyongyang e presieduto da Kim Il-sung; in quella meridionale un governo nazionalista filostatunitense con capitale a Seul e presieduto da Syngman Rhee. La riunificazione era inizialmente un obiettivo di entrambi gli Stati, ma non si concretizzò mai. Alla fine degli anni Quaranta, dopo il tentativo di affermare le proprie sovranità e in concomitanza con la vittoria del regime comunista in Cina, i nordcoreani iniziarono a organizzare l'offensiva per l’annessione del sud della penisola. La guerra scoppiò pochi mesi dopo. Dal dicembre 1949 le forze armate nordcoreane erano già sul confine: 150mila uomini, 280 carri armati, 210 aerei da combattimento. L'attacco frontale venne sferrato il 25 giugno 1950, e la data non fu casuale: il primo anniversario della repressione che, nella Corea del Sud, aveva cancellato il Partito Comunista Coreano.

Il conflitto mai finito

Nel Nord la chiamano formalmente “Guerra patriottica di liberazione”. Pyongyang invase la Corea del Sud, ancora stretta alleata degli Stati Uniti, dando inizio alla Guerra di Corea, che si rivelò una delle fasi più complesse della Guerra fredda, visto il coinvolgimento degli Usa, della Cina e anche dell’Unione Sovietica. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu permise agli Stati Uniti (affiancati da altri 17 Paesi) di intervenire militarmente nella penisola per impedire la vittoria delle forze comuniste. A guidare l’esercito Usa il generale Douglas MacArthur, che riuscì a respingere l'invasione proseguendo l'avanzata fino alla Corea del Nord. Intervenne anche la Cina con migliaia di uomini; più silenzioso invece il supporto dell'Unione Sovietica, che non sostenne apertamente il conflitto ma che inviò segretamente moderni reparti di aerei che contribuirono a contrastare l'aviazione nemica. Le truppe statunitensi vennero colte di sorpresa e furono costrette a ripiegare, perdendo tutto il territorio conquistato. Il conflitto proseguì con disfatte e riconquiste di territorio da entrambe le parti. Il rischio nucleare si faceva intanto alto, con lo stesso MacArthur (poi sostituito da Truman) si era detto più volte favorevole allo sgancio di un’atomica su Pechino. Passarono i mesi e il conflitto si trasformò in una guerra di posizione che si protrasse a lungo, sfinendo gli eserciti e le risorse dei Paesi coinvolti.

Armistizio, non trattato di pace

Vennero così intrapresi dei negoziati che coinvolsero, a singhiozzo, i Paesi. Si conclusero il 27 luglio 1953 con la firma a Panmunjeom di un armistizio che riconfermava la situazione preesistente e che affermava la creazione della Zona demilitarizzata coreana. La Corea rimase divisa in due stati: Corea del Nord, con capitale Pyongyang, e Corea del Sud, con capitale Seul. Ci furono due milioni di morti.

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