Ragazza morta in Pakistan, corpo riesumato per consentire l'autopsia

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Il ritrovamento del corpo di Sana e un'immagine della ragazza
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Il medico legale dovrà stabilire la causa del decesso della 25enne italo-pachistana Sana Cheema, morta in circostanze poco chiare. Prelevati alcuni organi: per i risultati serviranno settimane. Tre familiari arrestati con accuse di omicidio e sepoltura non autorizzata

È stato riesumato il cadavere di Sana Cheema, la giovane italo-pachistana morta in Pakistan in circostanze non chiare lo scorso 18 aprile. Le operazioni di riesumazione nel distretto di Gujrat, a Kot Fath, sono cominciate in mattinata, per consentire l'autopsia che potrebbe consentire di appurare la causa del decesso della 25enne. Tra le ipotesi c'è quella che sia stata uccisa dai familiari per aver rifiutato un matrimonio combinato dai genitori. Sul luogo della sepoltura erano presenti il giudice, un team della polizia e molti abitanti della zona, oltre al medico dell'ospedale Aziz Bhatti Shaheed con il suo team. 

Prelevati alcuni organi

Dopo la riesumazione, secondo fonti di polizia citate dall'ANSA, un team di anatomopatologi ha prelevato alcuni organi per un'autopsia. Il dottor Komal Ishaq, che ha coordinato il prelievo, ha dichiarato che "al momento non si può dire nulla riguardo alla morte della ragazza. Si dovrà attendere il risultato della autopsia che può durare fra 15 giorni e tre mesi”.

L’arresto dei familiari

Per la morte di Sana, cresciuta a Brescia e deceduta nel Paese asiatico dove era tornata a novembre per un viaggio, ieri sono stati arrestati il padre, il fratello e lo zio della giovane: sono accusati di omicidio e sepoltura senza autorizzazione. Oltre ai tre arrestati, che stavano tentando la fuga verso l’Iran, sarebbe coinvolto anche un cugino di Sana, che avrebbe trasportato il cadavere fino al luogo di sepoltura, e il medico che ha firmato il certificato di morte.

Confermati i fermi

Nell'attesa che l'ospedale di Lahore, dove parti degli organi di Sana sono stati inviati, dia il suo responso, la polizia ha confermato che i tre familiari arrestati resteranno in stato di fermo fino a quando non si potranno stabilire in modo inequivocabile le cause della morte della ragazza. Ai tre, inoltre, non sarà permesso di avere alcun contatto con i media. I loro avvocati continuano a sostenere la tesi della "morte accidentale" e hanno consegnato al magistrato responsabile dell'istruttoria del presunto omicidio documenti, di cui deve essere verificata l'autenticità, secondo cui l'11 aprile la giovane sarebbe stata visitata dai medici in ospedale per sintomi di alta pressione e dolori addominali.

Indaga anche la Procura di Brescia

Anche la Procura bresciana ha intanto aperto un’inchiesta, al momento senza ipotesi di reato o indagati. Se inizialmente si era parlato di un omicidio compiuto da membri della sua famiglia contrari a un suo matrimonio con un italiano di seconda generazione, è poi emersa l'ipotesi di una morte per cause naturali.

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