Ragazza morta in Pakistan, versioni contrastanti su cause del decesso
CronacaDopo l'ipotesi iniziale che parlava di omicidio, si fa largo quella di un malore che avrebbe colpito la giovane mentre si trovava nel suo Paese d'origine. Il segretario nazionale della comunità pakistana spiega: "Il padre e il fratello non sono in arresto"
È giallo sulle cause della morte di Sana Cheema, la 25enne residente a Brescia e deceduta in Pakistan. Le ipotesi iniziali parlavano di omicidio, con il padre e il fratello della ragazza indicati come presunti colpevoli. Nelle ultime ore, però, viene sempre più presa in considerazione la probabilità che la giovane, tornata al suo Paese d’origine da qualche tempo, sia morta per cause naturali. Sky TG24 ha visionato dei documenti che attesterebbero la presenza della ragazza in un pronto soccorso pakistano intorno al 12 aprile: si sarebbe sentita male in strada e sarebbe quindi stata portata in ospedale. La morte però sarebbe avvenuta successivamente, solo quattro giorni fa.
Padre e fratello della ragazza non sono in arresto
Secondo le testimonianze raccolte da Sky TG24, ci sarebbero stati dei contatti via web fra una delle rappresentanti della comunità pakistana di Brescia e il padre di Sana. L’uomo sarebbe libero, insieme al fratello della 25enne, e quindi non in stato di fermo per l’omicidio della figlia, come era stato detto in un primo momento. Inizialmente, si pensava che a uccidere la giovane fossero stati proprio i suoi parenti, perché la ragazza si sarebbe ribellata alla prospettiva di un matrimonio combinato dalla sua famiglia. Sembra anche che Sana avesse già una relazione e che fosse legata a un ragazzo italiano di seconda generazione. Subito dopo la notizia della morte della 25enne, era trapelato che i due presunti assassini si trovavano in stato di fermo, bloccati dalle autorità pakistane su denuncia della madre di Sana. Ma queste informazioni sono state smentite dal segretario nazionale della comunità pakistana, Raza Asif, che ha spiegato: "Di certo c'è che il padre e il fratello di Sana non sono in arresto".
Aperta inchiesta in Pakistan
Tutte le informazioni dovranno essere vagliate dalla procura di Brescia e anche dalla Farnesina. Sana era infatti una cittadina italiana, molto bene inserita nella comunità. Pare anche che il suo obiettivo fosse quello di rientrare nel nostro Paese dopo il viaggio in Pakistan. Ma le indagini non riguardano solo il fronte italiano. Anche in Pakistan "è stata aperta un'inchiesta per capire cosa realmente sia successo", ha detto Raza Asif in un suo intervento a Brescia, proprio durante una manifestazione sulla morte della 25enne. "Ci sono due versioni contrastanti, c'è chi dice che è stata uccisa ma altre fonti che è morta per un malore. In 48 ore aspettiamo di avere notizie certe", ha spiegato.