La premier britannica giustifica l'intervento militare di questa notte sulla base dei "precedenti del regime siriano nell'uso di armi chimiche". E avverte: è un messaggio anche per la Russia
May: messaggio anche alla Russia
La premier ha poi legato indirettamente i raid in Siria al caso dell'avvelenamento a Salisbury dell'ex spia russa e di sua figlia e lanciando così un monito a Mosca: "L'uso recente di un agente nervino nelle strade del Regno Unito è parte di uno stesso cammino", ha detto, specificando che i bombardamenti sulla Siria "manderanno anche un chiaro segale a chiunque creda di poter usare armi chimiche con impunità".
"Non puntiamo a rovesciare regime Assad"
L’attacco è stato sferrato nella notte tra il 13 e il 14 aprile, con un coordinamento tra Washington, Londra e Parigi. Già dalle prime fasi dell’operazione, May ha però sottolineato che non si trattava di "un intervento nella guerra civile siriana". L'obiettivo "non è un cambio di regime", ha spiegato, insistendo sul concetto di azioni "mirate" contro l'arsenale di armi chimiche attribuito alle forze del regime di Bashar al-Assad. Intanto, il ministro della Difesa, Gavin Williamson, ha definito l’azione in Siria "di grande successo" e ha sostenuto che in base a "tutte le indicazioni" si può concludere che il potenziale delle forze governative di Bashar al-Assad è stato "indebolito".