Iran, 23 morti, 450 arresti. Khamenei accusa delle proteste i "nemici"

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Una foto delle proteste a Teheran nei giorni scorsi (Getty)

Proseguono le manifestazioni antigovernative: nuovi scontri nella notte tra lunedì e martedì. In tutto 450 persone arrestate: alcune rischiano pena di morte. LE DONNE SIMBOLO DELLA PROTESTA: VIDEO

Nuovi scontri in Iran. Secondo la Tv di Stato del Paese, nove persone sono state uccise nella notte tra lunedì e martedì nel corso delle proteste antigovernative, sfociate contro il carovita. Il bilancio si aggrava e secondo media statali sono almeno 23 le persone che hanno perso la vita dall'inizio delle proteste. Circa 450 persone sono state arrestate in questi giorni e alcune rischiano la pena di morte. La Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha parlato per la prima volta dall'inizio delle proteste accusando i nemici dell'Iran per gli incidenti. Intanto, secondo il Wsj, le prossime sanzioni Usa potrebbero colpire i pasdaran per non danneggiare i manifestanti, che il presidente Trump continua a incitare e difendere.

Cresce il bilancio delle vittime

Il bilancio nei sei giorni di proteste in Iran sale così ad almeno 23 vittime. Secondo quanto riportato dalla Tv di Stato, sei dimostranti sono stati uccisi nella notte durante un attacco ad una stazione di polizia a Qahdarijan. Gli scontri, sempre secondo la Tv, sono iniziati quando i dimostranti hanno cercato di rubare armi dalla stazione di polizia. Inoltre, un ragazzino di 11 anni e un uomo di 20 sarebbero stati uccisi a Khomeinishahr, mentre un membro della Guardia Rivoluzionaria iraniana è stato ucciso a Najafabad. Tutte queste località si trovano nella provincia centrale iraniana di Isfahan, circa 350 chilometri a sud di Teheran.

450 manifestanti arrestati, alcuni rischiano pena di morte

Sono 450 i manifestanti arrestati da sabato scorso, 30 dicembre, per le proteste in Iran, ha riferito il vicegovernatore per la sicurezza di Teheran, Ali Ashgar Nasserbakht, citato dall'agenzia iraniana Ilna. Secondo questo bilancio, 200 persone sono state arrestate sabato, 150 domenica e 100 nella giornata di ieri. Il capo della Corte Rivoluzionaria della provincia di Teheran, Moussa Ghazanfarabad, ha detto che alcune delle persone arrestate durante le proteste nel Paese potrebbero essere accusate di 'Muharebeh' (guerra contro Dio), un reato che prevede la pena di morte.

Khamenei accusa “i nemici del Paese” per gli incidenti

Per la prima volta dall'inizio delle proteste è intervenuto anche l'ayatollah Ali Khamenei, la Guida suprema iraniana. I nemici dell'Iran "hanno rafforzato l'alleanza per colpire le istituzioni islamiche" del Paese durante i recenti incidenti, ha detto. "Con i diversi strumenti come denaro, armi, politica e sistemi di sicurezza, i nemici hanno provato a minare il sistema", ha aggiunto.

Le sanzioni Usa 

Il Wall Street Journal, citando dirigenti Usa, ha scritto che le nuove sanzioni minacciate nei mesi scorsi da Donald Trump contro l'Iran potrebbero colpire i Guardiani della rivoluzione, una forza che risponde solo al leader supremo, l'ayatollah Ali Khamenei. In tal modo si eviterebbe di danneggiare gli iraniani che stanno manifestando. L'amministrazione Trump, intanto, sta facendo pressioni su vari Paesi per sostenere i diritti degli iraniani ad attuare proteste pacifiche, sempre secondo le stesse fonti.

Rohani apre a dimostranti

Ieri, 1 gennaio, le proteste si sono allargate e il presidente della Repubblica islamica, Hassan Rohani, ha aperto ai manifestanti (“Il popolo è libero di manifestare”) purché le proteste non sfocino in violenze. Nel suo discorso ha fatto appello all'unità tra "governo, parlamento, giustizia e esercito" per tutelare gli "interessi nazionali" contro quello che ha definito un "piccolo gruppo che grida slogan illegali, insulta la religione e i valori della rivoluzione islamica”. La tv di Stato ha mostrato le immagini di banche private assaltate, vetrine sfondate, automobili rovesciate e incendiate.

I tweet di Trump

Nei giorni scorsi Donald Trump ha continuato a twittare in sostegno ai dimostranti suscitando le reazioni di Teheran. Ieri sera è intervenuta anche l'Unione europea attraverso la portavoce dell'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Ue, Federica Mogherini: "Siamo stati in contatto con le autorità iraniane e ci aspettiamo che il diritto a manifestare pacificamente e la libertà di espressione siano garantiti, come conseguenza delle dichiarazioni pubbliche del presidente Rohani”.

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