Libia, ucciso il sindaco di Misurata: voleva la riconciliazione

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Un funerale a Misurata (archivio Getty Images)
GettyImages-Misurata

Era stato rapito domenica al suo ritorno da Istanbul, il corpo lasciato davanti a un ospedale. Le forze islamiste avevano tentato più volte di costringerlo alle dimissioni

Il sindaco di Misurata, Mohamed Eshtewi, è stato assassinato. Il primo cittadino della città libica era stato rapito domenica sera, mentre rincasava dall'aeroporto, appena rientrato da Istanbul.

Il rapimento in auto

A riportare la notizia è il quotidiano "Libia Herald". Nel momento dell'agguato, poco prima del tramonto, Eshtewi si trovava in macchina fermo a un semaforo, sulla via del ritorno dall'aeroporto. Era appena rientrato da Istanbul dove si era recato in visita ufficiale alla guida di una delegazione di funzionari locali. A bordo del mezzo anche l'autista e il fratello del sindaco, Ahmed, quest'ultimo rimasto ferito con un colpo di pistola alla testa nell'attacco. Ricoverato in terapia intensiva all'ospedale centrale di Misurata, versa in condizioni gravi ma stabili.

Il corpo crivellato di proiettili

Poche ore dopo l'agguato, il corpo di Eshtewi, con tre proiettili nella schiena, è stato abbandonato davanti all'ospedale di Safwa. Il portavoce del nosocomio ha parlato anche di altre quattro ferite d'arma da fuoco alle gambe. Secondo le autorità non sarebbero i proiettili di cui era crivellato il cadavere la causa della morte, bensì un forte colpo alla testa. Le autorità municipali di Misurata, città portuale di circa 400mila abitanti, hanno dichiarato tre giorni di lutto. I killer non sono stati ancora identificati.

I tentativi di riconciliazione

Anche sui social si ricorda come il sindaco avesse sempre tentato di favorire la riconciliazione tra moderati ed estremisti in città, così come tra Misurata e l'Est della Libia. Sull'account Twitter della missione Onu nel Paese, l'inviato Ghassan Salamé ha espresso "profonda tristezza" e "ferma denuncia" per l'omicidio. Secondo alcune fonti, gli indizi sui possibili autori del delitto portano alle forze islamiste che avevano più volte cercato di costringere Eshtewi a dimettersi, riuscendoci per un breve periodo lo scorso maggio, prima che lo stesso primo cittadino ritirasse le dimissioni. Nel Paese c'è però anche chi punta il dito altrove, contro i nostalgici di Muammar Gheddafi. Nell'uccisione del rais nel 2011 – così come nel 2016 nella riconquista di Sirte, in mano all'Isis (che a inizio ottobre aveva attaccato il tribunale cittadino) – le forze armate di Misurata hanno infatti svolto un ruolo di primo piano.

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