Pakistan, scontri e 200 feriti: soldati in strada nella capitale

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I militari pakistani arrivano sul luogo dell'attentato al capolinea degli autobus di Quetta (Getty Images)
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L'esecutivo ha autorizzato i militari a schierarsi per proteggere Islamabad dopo le violenze seguite al tentativo della polizia di disperdere i manifestanti antigovernativi. Intanto un attentato a Quetta causa almeno 3 morti e 15 feriti

Alta tensione in Pakistan. Il governo ha autorizzato l'esercito a schierare le truppe per proteggere la capitale Islamabad, dopo lo scoppio delle violenze oggi a seguito del tentativo delle forze di sicurezza di disperdere una protesta di gruppi islamici radicali. Gli scontri hanno portato a oltre 200 feriti e un centinaio di arresti.

“Ristabilire l'ordine”

La decisione è stata presa a seguito di una specifica richiesta delle autorità del Territorio di Islamabad ed è stata annunciata dal ministero degli Interni, il quale in una dichiarazione ha annunciato che il governo federale ha autorizzato il dispiegamento di "truppe sufficienti" per "controllare la legge e l'ordine" nella città fino a nuovo ordine. La mossa del governo arriva dopo che un'operazione condotta da circa 5500 agenti di polizia e delle forze di sicurezza non è riuscita a disperdere una protesta di militanti islamisti.

Morto un agente

Secondo quanto riportato dai giornalisti sul posto, la polizia, in tenuta antisommossa, ha lanciato bombe lacrimogene e sparato proiettili di gomma contro i circa mille manifestanti, che hanno risposto saltuariamente con il lancio di pietre e altri proiettili. Dopo una giornata di scontri i feriti sarebbero oltre 200 mentre le persone arrestate circa un centinaio. Ci sono anche delle vittime. Un agente è rimasto ucciso, colpito alla testa da una pietra, e anche tra i dimostranti, secondo testimoni oculari, c'è stato almeno un morto.

Chi sono i protestanti

Il tentativo di sgombero è stato deciso dopo che da 18 giorni la protesta blocca uno dei principali accessi alla città, vale a dire la strada che congiunge Islamabad e Rawalpindi, creando fortissimi disagi al traffico. La protesta è stata organizzata dai seguaci del partito islamista del religioso Khadim Hussain Rizvi, Tehreek-e-Labbaik, che hanno iniziato la protesta dopo che il 2 ottobre il Parlamento ha approvato una riforma della legge elettorale in cui la dichiarazione del giuramento per l'ufficio pubblico è stata cambiata da "credo" a "giuro" che Maometto è l'ultimo profeta dell'Islam.

Richieste di dimissioni

La modifica è già stata eliminata, ma gli islamisti chiedono le dimissioni del ministro della giustizia Zahid Hamid e punizioni per i responsabili del cambiamento della legge, che considerano un atto di blasfemia. "Il governo dice che è stato un errore, ma noi non lo pensiamo. E' stato fatto deliberatamente da agenti dell'Occidente, che sono anche membri del nostro Parlamento", ha affermato Hafiz Ullah Alvi, uno dei principali esponenti del partito.

Attentato a Quetta

Tra l'altro il Pakistan ha in queste ore subìto anche un attentato. Una bomba è infatti esplosa nella città pakistana di Quetta, nel sud ovest del paese, uccidendo almeno tre persone e ferendone 15. L'attacco è avvenuto nei pressi di un capolinea degli autobus situato alla periferia della città. Secondo quanto dichiarato dalla polizia, l'obiettivo dell'attacco era presumibilmente un veicolo di sicurezza, ma la maggior parte delle vittime colpite sono civili, incluso un bambino. Non si tratta di una novità per la città di Quetta, da tempo teatro di un'insurrezione di gruppi separatisti baluci (la popolazione del Balucistan, la vasta area geografica che comprende porzioni di territorio di Iran, Afghanistan e appunto Pakistan).

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