Trump chiede la pena di morte per il terrorista di New York

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Trump aveva già invocato la pena di morte in passato ma è la prima volta che fa una richiesta del genere da quando ricopre la carica di presidente (Getty Images)

Il presidente statunitense, attraverso Twitter, ha chiesto la pena capitale per Sayfullo Saipov, che dopo essere stato catturato si è detto fiero del suo operato. Una richiesta così esplicita, però, secondo esperti legali potrebbe minare l’imparzialità del processo 

Sayfullo Saipov, il 29enne originario dell’Uzbekistan, che il 31 ottobre ha fatto una strage a New York travolgendo con un camion diverse persone, merita la pena di morte. A dichiararlo è il presidente degli Stati Uniti, Donld Trump, che in un tweet manifesta tutto il suo sdegno per l’atteggiamento mostrato dall’attentatore dopo la cattura. L’uomo, scrive il Tycoon sul social network, "era felice quando ha chiesto di appendere la bandiera dell'Isis nella sua stanza di ospedale. Ha ucciso 8 persone e ne ha ferite gravemente 12. Dovrebbe essere condannato a morte!".

A rischio l’imparzialità del processo

Fin dalle prime ore successive all’attentato, Trump ha invocato una serie di misure per far fronte a quella che considera una vera e propria emergenza da affrontare in primis con una legge sull'immigrazione più severa. Nel bersaglio del presidente è finita anche la giustizia accusata di non agire con tempestività, motivo per il quale in prima istanza il Tycoon aveva avanzato l’ipotesi che Sayfullo Saipov fosse giudicato da un tribunale militare, salvo poi ritrattare. "Ci piacerebbe vedere il terrorista di New York a Guantanamo – ha scritto Trump su Twitter facendo riferimento al famigerato carcere di Cuba -  ma statisticamente il processo richiederebbe troppo tempo per passare attraverso il sistema federale. C’è qualcosa di più appropriato per l'orribile crimine che ha commesso. La pena di morte". Una richiesta molto esplicita che, però, rischia di minare l’imparzialità del futuro procedimento. Secondo molti esperti legali, infatti, i commenti del presidente potrebbero essere visti come un pregiudizio per un processo equo, durante il quale è prassi che la più importante carica dello Stato non prenda posizione.

Pena di morte invocata già in passato

Trump non è nuovo a questo genere di richieste anche se nei casi precedenti non era ancora stato eletto presidente. L’episodio più famoso risale al 1989 quando pagò 85mila dollari per una pubblicità su un quotidiano di New York per chiedere il ripristino della pena di morte contro un gruppo di cinque neri e un ispanico accusati di stupro. Il processo stabilì, però, l’innocenza degli imputati grazie al test del Dna.

Le indagini vanno avanti

Intanto le indagini sull'attentato vanno avanti per accertare eventuali complicità o legami con la rete terroristica, e soprattutto per chiarire quanto sapesse di lui l'Fbi. Finora Sayfullo Saipov resta l'unico sospettato, anche a seguito dell'interrogatorio di un suo concittadino, il trentaduenne Mukhammadzoir Kadirov, inizialmente ricercato perché irreperibile. 

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